Prosegue la rassegna cinematografica “Sorrisi di estate” organizzata dall’associazione L’Albero presso la Casa della partecipazione, in via del Buttero 3 a Maccarese. Venerdì 28 agosto il film “In grazia di Dio”, preceduto dal corto “The Pier” di Jason Bennet. Inizio spettacoli: ore 21.00. Ingresso libero. 

In grazia di Dio 
Un film di Edoardo Winspeare, con Celeste Casciaro, Laura Licchetta, Gustavo Caputo, Anna Boccadamo, Barbara De Matteis. 
durata 127 min. 
Italia 2013. 
Good Films  

Non c’è concorrenza con i cinesi, così una famiglia di fasonisti (i sarti che confezionano abiti per le aziende del Nord) è costretta a chiudere la propria fabbrica di fronte ai debiti e alla bancarotta. Mentre l’unico fratello cambia paese assieme alla sua famiglia, le due sorelle tornano dalla madre in campagna, una insegue le sue aspirazioni d’attrice e l’altra che prima si occupava della fabbrica per non essere sormontata dai debiti comincia a lavorare le proprie terre. La figlia di quest’ultima infine, non intende prendere la maturità e vive tutto con atteggiamento futile e superficiale, in contrasto con ogni cosa, anche nei riguardi dell’inaspettata storia d’amore della nonna vedova con un contadino.
Ci sono 4 donne nell’ultimo film di Edoardo Winspeare e molte situazioni che non si chiuderanno. Il regista riprende i tentativi diSangue vivo mescolandoli con qualche suggestione di Il miracolo (la religione come retaggio culturale più che come culto vero e proprio) per giungere ad un’inedita sintesi all’insegna di un tipo di cinema europeo estremamente moderno e che rielabora il classicismo della narrazione (tempi dilatati, attenzione ai fatti e una grande semplicità di sceneggiatura) per mostrare una serie di situazioni senza la minima pretesa di tirarne le fila o scioglierne gli intrecci.
Non c’è personaggio che giunga a quella che comunemente chiameremmo “una chiusa”, non c’è sottotrama che si possa dire realmente compiuta, nè carattere che subisca una reale evoluzione, tutto è in un continuo divenire e In grazia di Dio sa suggerire che questo continuo mutare non si ferma con la fine del film. E sebbene il “ritorno alla natura” non sia la più sofisticata delle riflessioni sul contemporaneo (c’è più d’un insistente riferimento all’attualità, dall’audio molto alto e molto “entrante” dei notiziari fino ai riferimenti ad Equitalia) è indubbio che il modo che Winspeare ha di guardare e far guardare questa regressione che diventa evoluzione è contagioso
È questo probabilmente il cinema più complesso da fare oggi, quello che molti cineasti europei, in una maniera o nell’altra, stanno affrontando cercando di superare le parabole narrative convenzionali senza rinunciare ad una forma semplice (e quindi classica) del racconto. Forse l’unico cinema in grado di annullare le divisioni ideologiche e le banali posizioni di buono o cattivo, bene e male, per giungere a rappresentare il reale per com’è, accettandone la complessità invece di semplificarlo per renderlo comprensibile. In grazia di Dio è un buon esempio di questo nonchè un buon film in assoluto.