Questo perché, secondo le accuse, i furti avvenivano spesso direttamente a bordo dell’aereo, o durante le operazioni di scarico dei bagagli. Era proprio questo il modus operandi di due dipendenti di Alitalia, con contratto a tempo determinato, arrestati dalla polizia, e successivamente scarcerati dal gip del Tribunale di Civitavecchia che ha disposto l’obbligo di dimora dalle 10 alle 18 pur convalidando l’arresto. Luca Santi, di 24 anni, e Andrea Cannistracci, di 23 – questi i nomi dei due addetti ai bagagli della compagnia di bandiera – aspettavano il rinnovo del loro contratto proprio per oggi. Ma forse come tanti loro colleghi in quel contratto non ci speravano più. I FURTI. Erano stati sorpresi dalla polizia nell’aeroporto di Fiumicino il 6 gennaio scorso mentre sottraevano oggetti da bagagli di quattro passeggeri diretti a Milano Linate su un volo Alitalia appena atterrato nello scalo romano. I due, sospesi immediatamente dalla compagnia di bandiera, secondo le accuse del pm di Civitavecchia Edmondo De Gregorio, avevano rubato una macchina fotografica digitale, un paio di scarpe Nike e persino un gioco da tavolo, il classico Risiko. Oggetti che poi venivano custoditi negli armadietti dello scalo di Fiumicino dove sono stati trovati dai poliziotti. Successivamente gli investigatori, in seguito alla perquisizione delle loro auto e delle loro abitazioni, hanno trovato altri oggetti presumibilmente sottratti da bagagli di passeggeri nei mesi scorsi. ARRESTO CONVALIDATO. I due giovani, dopo una breve detenzione a Regina Coeli, sono stati scarcerati nei giorni scorsi poiché incensurati. "È una vicenda che presenta aspetti da chiarire – ha detto l’avvocato Gianluca Arrighi, difensore di Luca Santi – mi auguro che il garantismo di cui si parla tanto in questi giorni valga anche per i dipendenti Alitalia". Ma intanto il gip del Tribunale di Civitavecchia, Giovanni Giorgianni nel dispositivo che ha convalidato l’arresto, scrive a chiare lettere che Santi e Cannistracci "non possono non definirsi privi di pericolosità sociale". E questo perché "preposti oltre che al corretto indirizzo dei bagagli anche alla loro vigilanza". Inoltre per il giudice sussiste il pericolo di reiterazione del reato.
L’INCHIESTA. L’inchiesta della procura non si è fermata ai due operai: gli investigatori, che cercavano reperti egizi preziosi e che invece hanno trovato bagagli saccheggiati, sospettano che il giro dei furti in aereo sia molto più vasto.