Con Calì, per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio, erano stati arrestati anche il suo commercialista, la segretaria e alcuni prestanome, presunti complici della stangata. Le indagini erano partite dalla denuncia della banca, che aveva segnalato alla procura finanziamenti e fidi ottenuti da Calì attraverso garanzie fittizie. Sul registro degli indagati erano stati iscritti anche i nomi di alcuni dipendenti dell’istituto di credito, per la procura consapevoli della mega truffa. Passando al setaccio le operazioni finanziarie, bancarie e immobiliari gli investigatori avevano ricostruito il meccanismo con cui veniva riciclato il denaro proveniente dalla truffa. Secondo gli investigatori dei finanzieri del Comando provinciale della capitale, Mazza si sarebbe «interposto, tramite prestanome compiacenti, nella gestione di conti correnti intestati a società, sui quali erano state versate illecitamente somme di danaro provenienti dalla truffa».