“Oggi nella nostra scuola di Fregene, soprattutto quella secondaria, c’era un grande silenzio. Quando siamo entrati eravamo tutti smarriti, tristi, la notizia della morte di Alessandro Elisei si era diffusa velocemente. Qualcuno lo aveva saputo già la sera prima, i nostri genitori ci hanno detto che anche la televisione ne aveva parlato. A noi che abbiamo 11 anni la morte fa tanta paura, specie se si porta via un bambino della nostra classe. Il suo banco vuoto era stato riempito dai fiori, poi noi abbiamo fatto tanti disegni per lui e li abbiamo messi sopra al banco. Alessandro frequentava la I L, in classe era con qualche compagno che lo scorso anno stava in quinta e che conosceva bene. Altri li conosceva solo da poco, tutti stavamo facendo con un po’ di preoccupazione questo nuovo cammino della scuola media. Lui era un po’ “speciale”, aveva un insegnante tutto per lui perché aveva bisogno di un po’ di aiuto, anche se a volte anche noi sentiamo di avere bisogno di questo aiuto. Noi anche lo aiutavamo, cercavamo insieme di dire bene le parole, di comportarci come si deve durante le lezioni, lo aiutavamo a vuotare lo zaino all’entrata e a rimettere i libri a posto all’uscita. E quando leggeva qualcosa con la sua voce bassa stavamo tutti zitti per riuscire a sentirlo e per incoraggiarlo ad andare avanti. Nessuno in classe lo ha mai preso in giro, non lo avremmo mai permesso, ci sembrava così piccolo che lo avremmo difeso contro tutti.
La nostra scuola di Fregene, ormai ci siamo da sei anni e la sentiamo proprio nostra, ha sempre saputo aiutare chi è in difficoltà e sa stringersi intorno a chi soffre. Alessandro è stato accolto con affetto da noi e ora pensiamo proprio che questo affetto debba andare tutto intero alla sua famiglia che in questo momento ne ha tanto bisogno. A scuola ci hanno sempre insegnato che il rispetto per gli altri è una delle cose più importanti della vita. Speriamo che anche i grandi se lo ricordino e rispettino Alessandro e la sua famiglia”.

I bambini della I L