guidata da Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, ma anche il biglietto da visita della nuova società. Lo sarebbe stato, a dire il vero, anche se la scelta fosse caduta su Lufthansa. Tant’è che Adr, la società che lo gestisce, ha messo in cantiere un maxi piano di sviluppo che prevede 1,6 miliardi di investimenti in 10 anni. Solo 150 milioni nel 2009. Ed ora, come risulta al Messaggero, il prossimo step, fortemente chiesto proprio dalla compagnia di bandiera, sarebbe proprio quello di realizzare un terminal dedicato. La fusione di Alitalia con Air One e la partnership con Parigi consentono di avere quella massa critica necessaria alla costruzione del progetto. Un progetto che è già realtà in mezza Europa. Air France ha il suo hub dedicato allo Charles de Gaulle, Lufthansa a Francoforte. British a Londra. Per non parlare delle maxi “basi” delle compagnie aeree americane.
Del resto l’esigenza di Alitalia fa il paio con le ambizioni dello scalo romano. L’unico a crescere in Europa in una fase di difficoltà economica. Fiumicino con i suoi 33 milioni di passeggeri nel 2007 si è piazzato all’ottavo posto tra gli aeroporti europei, quello milanese di Malpensa è al 12° con 23,6 milioni di passeggeri trasportati. E nel 2008 la classifica è migliorata ancora: sesto posto con 35,2 milioni di passeggeri, con un incremento del 6,9%.
L’avvio della nuova compagnia consentirà, in prospettiva, una ulteriore espansione. Che passa per un piano preciso. Fiumicino – uno studio già c’è – dovrebbe essere di fatto diviso in due. Da una parte l’hub tutto dedicato ad Alitalia-Air One, all’alleanza; dall’altra un settore che dovrebbe raccogliere il ”resto del mondo“ con il 30% dei passeggeri in transito. L’hub domestico, ”made in Italy“, metterebbe insieme voli nazionali, internazionali ed intercontinentali, faciliterebbe i transiti, le connessioni, garantirebbe servizi e una qualità migliori per chi sceglie Alitalia. In una parola, sarebbe una struttura unica, più funzionale ed efficiente.
Se il progetto è in fieri, continuano a pieno ritmo i lavori per il terminal C e, fatto non secondario, per il secondo bhs, il sistema per lo smistamento dei bagagli.
Lo sviluppo, ha ricordato più volte il presidente di Adr, Fabrizio Palenzona, passa però anche l’adeguamento delle tariffe aeroportuali. A tale proposito Palenzona fa un semplice esempio: «quando un aereo Air France atterra a Fiumicino paga il 50 per cento dei diritti che lo stesso velivolo, della stessa compagnia, paga all’arrivo al Charles de Gaulle di Parigi». Insomma, serve un ribilanciamento. Per supportare lo sviluppo del traffico aereo e la centralità della Capitale e dell’intero Paese. Si attende, infatti, una crescita media del 10% l’anno.
Dal 13 gennaio il network della compagnia guidata Colaninno prevede 70 destinazioni di cui 23 nazionali, 34 internazionali e 13 intercontinentali per un totale di 670 voli al giorno (nel gennaio 2008 ne facevano 1.050). Nel dettaglio, il nuovo operativo prevede 66 destinazioni da Fiumicino: 21 domestiche, 32 internazionali, 13 intercontinentali. 35 da Milano di cui 11 domestiche (6 da Linate e altre 5 spalmate tra Malpensa e il Forlanini), 21 internazionali (7 da Linate e 13 da Malpensa) e 3 intercontinentali dallo scalo varesino. E 23 dalle altre 4 basi regionali, 6 da Torino, 4 da Catania, 10 da Napoli e 3 da Venezia. (di Umberto Mancini, Il Messaggero.it).