La holding che fa capo alla famiglia Benetton sarebbe infatti indirettamente una delle maggiori favorite da un accordo tra Alitalia e Air France-Klm. Se infatti la compagnia di bandiera scegliesse come partner industriale il gruppo francese, l’hub di Fiumicino sarebbe valorizzato maggiormente rispetto allo scalo milanese di Malpensa. Va detto inoltre che Gemina attende da tempo che si definisca la vicenda Alitalia, poiché le sorti di Adr sono legate a doppio filo a quelle della compagnia di bandiera. Alitalia è infatti titolare della maggior parte degli slot degli scali romani. E una volta che si sarà chiusa la questione del salvataggio della compagnia aerea, l’Enac potrà tornare a dedicarsi a tutta una serie di questioni pendenti, tra cui quella dell’aumento delle tariffe aeroportuali che sono ferme dal 2000. Per tutti questi motivi, e a maggior ragione se il partner di Alitalia sarà Air France-Klm, Gemina da mesi attende che venga sbloccata e risolta la questione della compagnia aerea nazionale. Va inoltre ricordato che tra Gemina e la cordata messa in piedi da Intesa Sanpaolo ci sono alcuni rapporti di parentela: il 26% della holding che controlla Adr è in mano alla Sintonia dei Benetton, che è anche il primo azionista di Atlantia, società che partecipa alla cordata guidata da Roberto Colaninno. Fatto sta che le incertezze degli ultimi mesi sull’Alitalia, hanno fatto perdere a Gemina oltre due terzi del suo valore bloccando le tariffe e di coseguenza il piano di rilancio degli scali romani. A questo proposito basta ricordare che nel novembre del 2007 la società aveva promosso un aumento di capitale finalizzato a rimborsare un prestito ponte con cui il gruppo aveva rilevato il 44,68% di Adr in mano agli australiani di Macquarie. La quota di minoranza degli areoporti era stata pagata 1.237 milioni, il che conferiva all’intera società una valutazione di Ciampino e Fiumicino superiore a 2,7 miliardi. E per far fronte a quest’acquisizione nel dicembre del 2007 Gemina aveva promosso un aumento di capitale da 1.250 milioni offrendo sul mercato le nuove azioni a un prezzo di 1,13 euro ciascuna, ovvero il 165% in più rispetto alle attuali quotazioni del titolo. (La Repubblica, di SARA BENNEWITZ)