<<Non è che le api traslocano, purtroppo muoiono a milioni con danni incalcolabili per tutta la produzione agricola per la quale sono indispensabili>>, spiega Alessandro Folgori, dell’associazione “Bugno Villico”. Un problema globale quello della moria delle api che negli ultimi anni ha investito i diversi emisferi del pianeta ma che diventa critico laddove ci sono colture intensive che fanno abbondante uso di sostanze evidentemente tossiche per gli insetti. “Qualche tempo fa avevo messo 27 cassette di api in via della Veneziana a Maccarese – racconta Folgori – sui campi vicini sono state usate sostanze letali per le api. Sono morte tutte, 60 mila api per cassetta, un totale di un milione 620 mila esemplari. Mi sono spostato, sempre a Maccarese, a 2 chilometri di distanza. Non ho avuto più problemi, anzi il mio miele ha ricevuto anche un premio per la qualità>>.Gli operatori, decisi a formare una unità di crisi, puntano il dito contro gli agrofarmaci ampiamente utilizzati in agricoltura che si rivelerebbero però letali per le api. Questa la spiegazione da loro fornita: il frequente uso di seme di mais conciato con neonicotenoidi, provoca danni alla salute degli alveari, che si traduce nella perdita improvvisa delle api operaie con conseguente squilibrio tra la presenza di covata e l’assenza di api adulte. Da qui il collasso e la perdita della famiglia all’interno dei favi. <<Recenti sperimentazioni hanno dimostrato come il seme di mais trattato chimicamente, e messo a coltura per mezzo delle moderne seminatrici pneumatiche, provoca l’effettiva dispersione nell’ambiente circostante di sostanze tossiche per le api – aggiungono quelli del Bugno Villico – si tratta di una vera e propria polvere che si dispone sulla flora limitrofa, “avvelenando” le ignare operaie durante la loro consueta attività di raccolta del polline>>. I problemi arriverebbero anche dalla coltivazione dei meloni, dei cocomeri e delle zucchine, innaffiati con sostanze protettive a base di neonicotenoidi. Quando arriva il momento della fioritura, il fiore risulterebbe contaminato tanto che le api non riuscirebbero a sopravvivere.  <<Non solo abbiamo il record tra i paesi europei per la distribuzione sul territorio di insetticidi, ma possiamo annoverare il crescente uso di molecole tossiche e pericolose per l’ape>>, chiosa Marco Papi, vicepresidente dell’associazione. Che aveva chiesto di inserire nel piano di gestione della Riserva del Litorale la graduale riduzione dell’uso di agrofarmaci. Richiesta respinta al mittente.