Il provvedimento che ne sospende l’utilizzo scade infatti il prossimo 20 settembre e per apicoltori e ambientalisti il rischio è quello di “vanificare i risultati positivi ottenuti e di mettere nuovamente in pericolo la popolazione delle api e la produzione di miele”, dopo che invece gli alveari sono tornati in buona salute. Il definitivo ritiro dell’autorizzazione d’uso dei concianti del mais è stato sostenuto anche da Legambiente. “La richiesta formale degli apicoltori inviata ai ministeri – ricorda Legambiente – è accompagnata da nota tecnica esplicativa che ricorda come nel periodo del divieto d’impiego dei neonicotinoidi si sia riscontrata un’evidente ripresa dello stato di salute e di buona produttività degli allevamenti apistici italiani e che nel periodo di mancato impiego di semi conciati non si siano verificati fenomeni, al contrario delle allarmistiche previsioni, di danni da diabrotica su mais”. Da parte sua il ministro delle Politiche agricole ha rassicurato le associazioni dell’apicoltura italiana sul fatto che “la tutela e la salvaguardia del patrimonio apistico nazionale rappresentano per me una questione prioritaria. Nel contempo, però – ha precisato Galan – non intendo porre nei termini di una ulteriore guerra di religione anche la vicenda della sospensione degli insetticidi utilizzati nella concia del mais, i neonicotinoidi, e questo dopo il fenomeno dell’allarmante moria delle api verificatasi nel nostro Paese nel 2008. Ecco perché intendo sottolineare, a questo proposito, l’indiscusso valore del programma di ricerca Apenet, finanziato dal mio Ministero e coordinato dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, che ha fornito già alcuni elementi importanti, ma dal quale mi attendo ulteriori informazioni. Da quanto emerso finora, comunque, il programma di ricerca ha confermato il nesso esistente tra i principi attivi oggetto di sospensione e il fenomeno della moria delle api e dello spopolamento degli alveari, ma ha anche evidenziato un netto abbattimento della dispersione delle polveri durante la semina di mais, grazie al miglioramento delle tecniche di concia e alle modifiche apportate alle seminatrici. In ogni caso, avremo a disposizione ulteriori riscontri sperimentali, soprattutto per quanto concerne gli effetti sulle api della dispersione delle polveri in pieno campo”. Galan ha infine annunciato di aver previsto il potenziamento della rete di monitoraggio, avviata da Apenet già nel 2009, così da renderla permanente e più capillare”.