“Sono passati 23 anni, moltissimi gli incidenti, alcuni mortali, ma in tutto questo tempo non si è riusciti a trovare una soluzione. Ora è arrivato il momento di intervenire. Sulla pelle della gente non si può più giocare – fa notare Severini – L’idea del sindaco Montino di realizzare un sottopasso va bene. È un’opzione che ci piace. I dubbi riguardano la complessità di un piano che rischia di scontrarsi con il solito mostro tutto all’italiana: la burocrazia. Tra progetti, stanziamento dei fondi e scavi archeologici si rischia di andare avanti per anni. Già durante le operazioni di realizzazione dell’attuale svincolo furono rinvenuti decine di reperti che allungarono i tempi in maniera spaventosa. L’ideale sarebbe andare avanti a braccetto: iniziare l’iter per il sottopasso, avviando un tavolo di concertazione con Anas, ente competente, e le associazioni del territorio che potrebbero risultare utili dando preziosi suggerimenti. Nel mentre lavorare a una soluzione alternativa e facilmente realizzabile. Aranova è una ormai una cittadina con oltre diecimila abitanti, un flusso di macchine impressionante. Si deve trovare una soluzione velocemente. È una priorità”. “Sono anni che segnaliamo il problema, anni che ci battiamo per trovare soluzioni, dando anche dei suggerimenti – sottolinea il consigliere dell’associazione Emilio Erriu -. Il primo e più semplice, in attesa di realizzare il sottopasso, sarebbe chiudere l’attuale svincolo, utilizzando l’uscita del bivio di Fregene. O altrimenti, trovare il coraggio di trasformare via Arturo Pompeati Lucchini in una strada a senso unico, come nelle altre uscite dell’Aurelia, vedi Massimina. Questo in attesa di sbloccare la questione della seconda entrata di Aranova. Nel protocollo del consorzio Spadolino, bloccato per le solite prescrizioni dei piani urbanistici, l’accordo tra le parti prevedeva come opera a scomputo sia la seconda entrata da via Pompeati Lucchini con innesto su via Luigi Russo che la realizzazione dello svincolo sull’Aurelia. I vantaggi sarebbero molteplici. Il primo: snellire il traffico su via Michele Rosi. Il secondo: evitare il famoso svincolo. Il progetto è stato redatto in collaborazione tra consorzio e amministrazione di Fiumicino, ma poi non se n’è fatto più nulla. Bisognerebbe invece rispolverare tutto e mettere in moto l’iter burocratico. Ormai non si può più attendere”.