Il 58enne boss del rione Provolera di Torre Annunziata (Napoli), era nella lista dei 100 latitanti più’ pericolosi d’Italia. Le indagini erano iniziate nello scorso mese di aprile in Versilia, dove vivono due dei figli del Chierchia, e avevano avuto una improvvisa accelerata nel trascorso fine settimana, quando i poliziotti lucchesi hanno circoscritto la zona dove il boss poteva essersi rifugiato a Focene. L’intera sezione narcotici con a capo il dirigente Virgilio Russo si e’ recata a Fiumicino dove, affiancata dai colleghi delle Squadre Mobili di Firenze e Roma e del locale Commissariato, ha individuato l’anonima villetta dove il boss si era rifugiato, e da dove si allontanava solo per brevi incursioni in Campania, dove continuava a curare i suoi illegali traffici nel lucroso settore degli stupefacenti. Ieri alle 13 il blitz decisivo: avuta la certezza che Chierchia fosse in casa, con una operazione-lampo congiunta i poliziotti hanno circondato l’edificio e fatto irruzione, sorprendendo il latitante che ha solo accennato una fuga dal retro. Dopo essere stato ammanettato, si e’ limitato a fare i complimenti ai poliziotti, chiedendo come avessero fatto a localizzarlo in un posto cosi’ anonimo e lontano dalla Versilia. Michele Chierchia e’ stato scortato in Questura a Roma e tratto in arresto perche’ colpito da ben tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Lucca a maggio del 2008, dal Tribunale-Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e dal Tribunale-Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari nel luglio del 2009 per il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.