La squadra non fallisce, ma paga le inadempienze nell’iscrizione al campionato di Prima Divisione e la mancanza di una campo adatto a giocare le gare interne. La Co.vi.soc. ha rilevato infatti che la fidejussione presentata a metà luglio dalla società romana era incompleta e mal fatta tanto che la stessa banca che l’avrebbe emessa ha dichiarato di non saperne nulla. Dichiarato inutilizzabile lo stadio Flaminio per la prossima stagione, la società dei fratelli Ciaccia si è impegnata per trovare un campo in grado di ospitare le partite interne della squadra: Rieti, Pomezia, Frascati i nomi che giravano. Ma intanto la Federazione italiana gioco calcio investigava e aspettava il risultato delle indagini fino a bocciare una prima volta la domanda di iscrizione al campionato di Prima Divisione di Lega Pro per la prossima stagione. E lunedì 25 luglio ha bocciato il ricorso dell’Atletico Roma, che allora si è rivolto all’Alta Corte di Giustizia del Coni. Che al termine di una giornata lunghissima di riunione ha respinto il ricorso del club romano, confermando le decisioni della Federcalcio: l’Atletico Roma non può essere iscritto tra i professionisti e deve ricominciare la sua avventura dal campionato interregionale, previa domanda alla Lega Nazionale Dilettanti. “Non appena apprende­remo dal dispositivo quale degli osta­coli sia stato decisivo ci attiveremo immediatamente per altri ricorsi, anche al Tar – annuncia l’amministratore delegato Davide Ciaccia –  È infatti nostra ferma intenzione far valere i nostri diritti in tutte le sedi possibili e cercare di tu­telare il patrimonio sportivo che l’Atletico Roma rappresenta. Ovvia­mente, a questo punto, parlare di qualsivoglia campionato futuro è de­cisamente prematuro”.