Il Centro per i Diritti del Cittadino era ricorso al Tar nei confronti del Comune di Fiumicino, chiedendo di annullare, previa sospensiva, il contratto di noleggio, installazione, gestione e manutenzione di postazioni digitali fisse atte all’accertamento e al rilevamento delle infrazioni alle norme di circolazione e per la gestione del procedimento sanzionatorio per violazioni del codice della strada. Il Tar ha però respinto la domanda cautelare fornendo la seguente motivazione: “Rilevato che, ad un sommario esame proprio della presente fase cautelare, in disparte ogni considerazione in ordine alle proposte eccezioni di inammissibilità del gravame, non ricorrono i presupposti per la concessione della misura cautelare richiesta dalla ricorrente; Rilevato, in particolare, che nel bilanciamento tra i contrapposti interessi non può che allo stato darsi prevalenza a quello di matrice pubblicistica alla prosecuzione del servizio oggetto di concessione in relazione all’esigenza di prevenire e sanzionare condotte potenzialmente pregiudizievoli  per l’incolumità degli utenti della strada”. “La decisione del TAR del Lazio conferma, ove fosse ancora necessario, la regolarità dell’operato della Polizia Locale e la piena rispondenza dei rilevatori di velocità installati alle norme stabilite dal Codice della Strada” – ha  commentato l’Assessore alla Vigilanza Urbana Giancarlo Petrarca.  “Il Tar non ha affatto dato ragione al comune di Fiumicino, ma semplicemente rigettato la domanda di sospensione del servizio a scopo cautelare presentata dal Codici, in attesa studiare le carte ed emettere una sentenza definitiva”.  Lo rende noto il capogruppo del Pd, Paolo Calicchio che sottolinea: “Il Tar del Lazio, saggiamente, prima di spegnere gli autovelox, ha deciso di verificare preventivamente l’effettiva irregolarità dell’assegnazione del servizio. Tanto da specificare questa necessità in un passaggio chiave della sentenza che parla di ‘in disparte ogni considerazione in ordine alle proposte eccezioni di inammissibilità del gravame’. Che in soldoni significa: il ricorso non è stato esaminato e dunque non è possibile emettere nessuna sentenza, nemmeno una sospensiva cautelativa del servizio”.  “Le dichiarazioni dell’assessore alla vigilanza urbana, Giancarlo Petrarca, – spiega Calicchio – oltre a essere totalmente infondate sono una vera mistificazione della realtà. Soprattutto alla luce del repentino annullamento del vecchio appalto effettuato dall’amministrazione comunale in prossimità dell’udienza, denunciato dal Codici e dal ComPaTor. Indiscrezione la quale, se confermata, getterebbe pesanti dubbi sulla regolarità dell’assegnazione.  Il capogruppo del Pd, su questo argomento, ha intenzione di protocollare una interrogazione ufficiale all’assessore Petrarca: “Alla richiesta pubblica – conclude – seguirà un’azione istituzionale. Sempre che abbiano ancora una valenza in un comune in cui l’attività amministrativa è ferma, quella politica alla sbando, e si va avanti soltanto per atti di routine, come il bilancio”.