E per i bagnanti, che troppo spesso non trovano neanche i cartelli sulle spiagge, capire dove fare il bagno diventa un’impresa impossibile. «Grazie a una sezione dedicata nel sito dell’Arpa Lazio sarà possibile verificare in maniera semplice e intuitiva le condizioni delle acque di balneazione»: questo il tono dell’annuncio lanciato dall’assessorato regionale all’Ambiente sull’iniziativa che da ieri mette in rete tutti i dati sulle analisi svolte in mare.
Impresa meritoria e plausibile – accessibile attraverso il sito www.arpalazio.net – se non fosse per una serie di clamorosi errori: i tratti di mare ”inidoneo” quasi ovunque sono inferiori a quelli fissati dall’ordinanza ufficiale, quella emessa dalla Giunta regionale il 10 marzo, all’inizio della stagione balneare.
Basta fare alcuni raffronti. A Ladispoli, per esempio, la schermata visualizzabile su internet semplifica il divieto di fare bagni solo alle «foci fosso Vaccina e fosso Sanguinara». Invece l’ordinanza regionale chiarisce che la spiaggia è interdetta da 250 metri a destra (guardando il mare) del fosso Vaccina a 250 a sinistra del fosso Sanguinara. Praticamente tutto il lungomare centrale per circa due chilometri di lunghezza.
Altro esempio, Fregene. Nei dati pubblicati via internet si sconsigliano tuffi alla foce dell’Arrone, nei 250 metri a destra e nei 250 a sinistra. L’ordinanza regionale, invece, prescrive per quel tratto l’inibizione da 700 metri a destra (zona Maccarese) a 1050 metri a sinistra dell’Arrone. Uno ”sconto” di più di un chilometro di divieto.
Stesso discorso per la spiaggia libera di Castelporziano, sovraffollata dai romani che cercano di economizzare sulle spese per il mare. Per il sito Arpalazio il divieto si estende dalla Tenuta presidenziale sino ai 250 metri a sinistra del Canale Pantanello (Primo cancello). L’ordinanza regionale, invece, fissa come inidonei espressamente i mille metri a sud di quel canale: considerando che Castelporziano è lunga 1600 metri, la differenza è significativa. Sconti anche per i 500 metri ai lati dei canali di Pomezia: fosso Pratica, della Crocetta e Orfeo.
«Andremo a verificare gli elementi pubblicati sul sito che, com’è noto, si riferiscono alla campagna di prelievo del 2008 rispondono dall’Arpa Lazio Se poi i sindaci dei comuni costieri hanno modificato le nostre prescrizioni non sta a noi contestarli, se ne assumeranno tutte le responsabilità». (Giulio Mancini)