Gentile Assessore,  grazie per aver dato voce al mio articolo spiegando ampiamente ragioni e difficoltà nella risoluzione del problema di coloro che per vari motivi si trovano in situazione di “randagismo”.
La sua risposta, noto con piacere, non è diretta solo a me, coinvolge anche la comunità fregenate chiamata in causa per invitarla alla collaborazione. Le posso assicurare che il territorio è notevolmente impegnato ad attingere a proprie risorse. Anche nei confronti del povero P. si adopera affinché non gli manchi il necessario. Personalmente ho aiutato i suoi figli nella scuola e la moglie facendole ottenere una licenza necessaria a condurre la panetteria insieme al marito. Conosco tutti i problemi di questa famiglia che ho avuto sempre a cuore e che ho aiutato in tanti modi. Ora qui non si tratta di fare sfoggio della bontà delle singole persone e farsi belli per la carità che offriamo. È un dovere. I problemi vanno risolti con la collaborazione di tutti, soprattutto con gli organi competenti e soprattutto facendo rispettare le leggi. Sapevo di un’ordinanza del sindaco che vietava la kermesse di prostitute lungo la via che dal nostro Comune conducono alla capitale. Ho esultato, finalmente le strade sgombre da tanto scempio e la mia soddisfazione non era tale perché si era fatta giustizia contro le povere schiave del sesso ma perché considero indecente e inumano che queste donne siano visibilmente costrette a tanto degrado morale. Invece dopo poco tempo ne è riapparsa una poi due e… avrà capito che il problema esiste ancora. Tale e quale. In tante città esistono aree adibite a tale “esercizio”, inutile farsi paladini di crociate contro il peccato, ognuno si tenga i propri e faccia campare anche gli altri. Gentile Assessore nessuno ha voglia di ghettizzare le persone in difficoltà ma non si può non rispettare anche la vivibilità degli altri cittadini. Soprattutto quando questi sono impegnati a rendere gradevole il territorio che vive solo di turismo. Per un periodo di tempo ho assistito (con coperte, indumenti, cibo…) i  barboni che avevano scelto come loro dimora la Stazione di San Pietro. Ora non ci sono più, li hanno convogliati altrove (non certo per volontà del Santo Padre che con loro va a pranzo ed ha attivato tanti servizi per tutelare la loro dignità) per la famosa legge del decoro urbano… Il mio non è uno sfogo politico tanto meno accusatorio di chi al posto di “comando” deve affrontare una società ormai degradata e menefreghista. Forse non si è fatto abbastanza fino ad ora, forse si è fatto male, forse non ci si è interessati nel modo giusto e comunque sia i problemi anche quando sono spinosi e difficili vanno affrontati e risolti provando con diverse strategie per poi indovinare quella giusta. Conti sulla disponibilità del territorio: l’unione fa la forza da non confondersi con la violenza alle persone, fisica e psicologica perché fortunatamente siamo in molti a non volerla. Cordialmente.

Delfina Ducci