Vorrei lasciare ai lettori un granello di curiosità non svelando i nomi dei finalisti, ma poiché si tratta di personaggi “grandissimi”, non so quali rivelare e quali tenere nascosti. Dunque li “confiderò” tutti. Eccoli, in ordine alfabetico: Andrea Camilleri, Laura Boldrini, Serena Dandini, Enrico Mentana. Se questa come credo sarà l’ultima edizione del “mio” Premio Fregene, chiuderemo “la mia” fase in bellezza. È d’obbligo spendere due parole di commento alla scelta dei premi.

Di Andrea Camilleri, Francesca Alliata Bronner giornalista di La Repubblica e membro della Giuria, ha scritto “Con la sua opera ha creato un fenomeno letterario, una fedeltà di scrittura e di lettori che non ha mai tradito – scrive la giornalista – racconta spesso di sentirsi un po’ come Georges Simenon con Maigret: entrambi sono “ricattati” dai loro personaggi. Eppure senza il commissario Montalbano lo scrittore di Porto Empedocle non sarebbe volato così in alto nelle classifiche dei libri più venduti e della popolarità che ha incontrato solo in età matura” .

Laura Boldrini, Presidente della Camera, premio per la Saggistica con “Solo le montagne non si incontrano mai. Storia di Murayo e dei suoi due padri” Rizzoli. L’On. Boldrini narra una storia autobiografica così come l’ha vissuta, in veste di portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Si tratta di una piccola-grande-storia di solidarietà ambientata in Somalia uno dei Paesi più devastati e tormentati, ed è una vicenda umana che può insegnare a chi la legge il valore di parole desuete quali “speranza e riconciliazione.

Serena Dandini con “Ferite a morte” ha scritto un libro che riesce volutamente a dare un pugno allo stomaco a chi lo legge, per richiamare l’attenzione sulle morti delle donne, che aumentano giorno dopo giorno, e che sono la punta dell’iceberg di un vissuto e una quotidianità di violenze e sopraffazioni. Sarà Margot Sikabonyi, la famosa e bella Maria Martini di un “Medico in famiglia”. Dopo il successo di “Dai diamanti non nasce niente” e “Grazie per quella volta”, “Ferite a morte” è il primo libro di narrazione, che consacra la Dandini al ruolo di “scrittrice”.

Enrico Mentana vince il Premio per il Giornalismo. Di lui, il critico Aldo Grasso ha detto: “È il più bravo. Nessuno come Mentana ha saputo interpretare il ruolo del conduttore: per ritmo, per senso della notizia, per autorevolezza”. Scrive Daniela Tagliafico nella motivazione al premio: “Proprio il suo senso del ritmo, presso critici meno raffinati di Aldo Grasso, gli è valso il soprannome “mitraglia”, un soprannome che non rende merito alla sua grande capacità di far riflettere il pubblico, di condurlo per mano nella comprensione delle notizie, di calamitarlo nel cuore degli avvenimenti. Il “suo” telegiornale de La7 è stata le vera, grande, rivoluzionaria novità del panorama informativo della tv. Lui stesso ha spiegato così il successo della sua svolta: “ho proposto un tg direttamente in competizione con Tg1 e TG5: doveva dare le notizie che gli altri non davano, essere percepito come libero. Abbiamo abbandonato i servizi leggeri e di costume e puntato sulle hard news, la politica”.

Durante la serata suonerà il violoncellista Fabio Cavaggion la cui storia ho conosciuto attraverso alcuni articoli di Daniela Amenta sull’Unità. Cavaggion, diplomato al Conservatorio di Reggio Calabria e con una lunga esperienza nell’orchestra del Portogallo, ha un permesso di due ore del Comune per suonare a Roma in piazza San Simeone. Suona Bach; la musica bellissima e il pubblico lo ascolta rapito. Un pomeriggio, invece che alle 16.00, ha iniziato a suonare alle 15.55: cinque minuti fatali che hanno scatenato la solerzia di un Vigile che gli ha sanzionato una multa di 50 euro. (L’episodio fra l’altro si è ripetuto più di una volta). La notizia è stata colta da migliaia di lettori che hanno scritto al giornale indignati e a favore per questo maestro bravo e sensibile che, dopo tanti anni di studio e sacrificio, si guadagna il poco che può nelle strade di Roma. Noi con il Premio Fregene abbiamo voluto fare quanto ci è possibile per dimostrare solidarietà a Fabio Cavaggion facendolo esibire al Premio Fregene, per applaudire l’artista tutti insieme, noi, cittadini di Fregene che da sempre siamo un esempio di solidarietà. Spero che veniate ad assistere allo spettacolo ideato e realizzato per Fregene.

Marina Pallotta