Le campane a morto a Fregene hanno il suono sordo e lugubre delle ruspe, delle gru e delle colate di cemento. La "perla del Tirreno" è ormai una grande discarica a cielo aperto, dove il degrado umano si unisce a quello delle strade. Al posto del tanto auspicato lungomare, mostruosi casermoni e ville di dubbio gusto stanno distruggendo per sempre le aree verdi del centro abitato, conferendogli un aspetto sinistro, molto simile a quello delle più tristi periferie romane, dove l’ingordigia dei costruttori e la logica del profitto e della speculazione selvaggia non trovano, sfortunatamente, un freno. Presto quelle ruspe arriveranno davanti a casa mia e devasteranno anche quella parte di pineta, ne sono certo. Ma io non assisterò a questo ennesimo scempio. Che siano altri ad intonare il "de profundis", a denunciare, a lottare, a vagheggiare ancora un futuro migliore per Fregene. (Mario Corinthios)