A distanza di un anno dal drammatico naufragio costato la vita al 27enne macellaio di Fregene morto nelle acque delle Secche di Tor Paterno nel corso di una battuta di pesca insieme con tre amici scampati che si sono salvati, riprendono le ricerche e vengono approfondite le indagini. È la Procura della Repubblica di Velletri ad aver sollecitato Guardia Costiera di Fiumicino e Vigili del Fuoco di Roma a rilanciare le ricerche del corpo del giovane e dei resti nel tatante di sei metri di lunghezza sul quale si trovava insieme con gli amici. Anche per la sempre più pressante richiesta di giustizia da parte dei familiari di Casini, la magistratura di competenza vuole il recupero dell’imbarcazione per accertare le cause della tragedia. Evidentemente si vuole anche un riscontro alla descrizione dei fatti così come raccontati dai tre naufraghi a bordo: il cugino della vittima di 22 anni e due fratelli, rispettivamente di 33 e di 29 anni, proprietario quest’ultimo della barca. Il giorno del naufragio era il 19 febbraio dello scorso anno. La Guardia Costiera ha geolocalizzato undici diversi punti sullo specchio d’acqua delle Secche di Tor paterno. E da martedì scorso i sommozzatori dei vigili del fuoco, dotati di robot di profondità, stanno scandagliando l’area. Gli operatori si dichiarano ottimisti di poter svelare questo giallo rimasto insoluto. Una volta riusciti a delimitare la barca e a imbracarla, infatti, scatterà l’operazione recupero. A terra, poi, tutti gli esami del caso.

di Giulio Mancini – Il Messaggero