C’è  preoccupazione per l’ipotesi ventilata di localizzare un nuovo impianto di rifiuti nelle “aree bianche”  del comune di Fiumicino. La Cia di Roma (Confederazione Italiana Agricoltori) ha effettuato una prima valutazione di carattere economico e occupazionale, evidenziando che “una struttura di questo tipo, pensata per il trattamento dell’immondizia della Capitale, seppur installato su un’area limitata, avrebbe un impatto negativo su una più vasta superficie agricola, sia per il passaggio dei mezzi pesanti di trasporto che per la rottura del delicato equilibrio tra campagna e citta. I numeri elaborati incrociando i dati Istat e Inea  nonché  i numeri dell’impiego ore-lavoro della Regione Lazio fotografano un impatto fortemente negativo sull’economia dell’intera area, che ha una vocazione prevalente agricolo-turistica.  “Il volume della perdita di produzione – sottolinea  direttore della Cia di Roma Massimo Biagetti–  si attesterebbe intorno ai 18 milioni di euro annui (circa il 14% dell’intera produzione agricola di Fiumicino, uno dei più grandi comuni agricoli d’Italia), di cui quasi 1,5 milioni di reddito derivante dalle attività agrituristiche. Si perderebbero circa 900 mila ore/lavoro, corrispondenti al salario di circa 650 operai agricoli (il 14% del lavoro agricolo totale di Fiumicino)”. “Per questo – aggiunge il presidente della Cia di Roma, Ezio Muroni – non condividiamo la scelta della Città di Roma di cercare possibili soluzioni alla chiusura del proprio ciclo di rifiuti in aree esterne ai propri confini amministrativi. Il territorio agricolo non deve essere considerato un territorio “libero” e “vuoto” dove scaricare le contraddizioni delle città, ma deve essere valutato sempre come elemento primario per la produzione di alimenti, di biodiversità, di lavoro buono e ambiente sano”. La Cia continuerà  a sostenere l’attività agricola e tutti gli agricoltori della zona in tutte le sedi operative e istituzionali.