Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Ramona per il padre scomparso, Paolo Bottan, in occasione del suo compleanno.

Ciao papà, questo che era un periodo così roseo della tua vita….
Finalmente hai visto nascere tua nipote.
Finalmente hai sposato la donna che ami.
Finalmente hai trovato il genero che ami più di un figlio.
Finalmente hai ritrovato il figlio che avevi perso.
Finalmente hai visto tua figlia felice.
E il destino ha deciso che questo bellissimo film non dovesse finire con il lieto fine, ma con il dolore infinito nel cuore.
Ti ho sempre ammirato con grande affetto per la pazienza che hai dimostrato nelle lunghissime battaglie che hai affrontato. Tutte le volte che hai incassato pugni nello stomaco con una cattiveria inaudita, quei pugni che ti hanno tolto il fiato, la vita.
In apparenza sembri burbero sempre a borbottare e pronto a tirare fuori il peggio di te quando ti fanno arrabbiare, ma quegli occhioni dolci da sempre illuminano il mio sorriso.
Ho sposato un uomo uguale a te, perché tu sei stato il mio primo amore.
Entrambi testardi ma fin troppo arrendevoli, perché accendete la miccia ma raramente combattete, se non in campo. Perché siete di una bontà infinita.
In tanti lo conoscete ma se sapeste in fondo chi è mio padre capireste quanto vuoto lascerà nei nostri cuori.
Ieri una sua amica gli ha detto che sta in paradiso perché era troppo buono. È la verità!!! Papà ha sempre pensato a proteggere gli altri e anche questa volta si è sacrificato per donarci finalmente la serenità.
Sì, così lo voglio pensare altrimenti non posso dare un senso a questo terribile colpo.
Mio padre era quella persona che quando ha saputo della pensione di invalidità mi ha detto: “Ramo bisogna occuparcene perché li voglio donare a dei bimbi”.
Papà era quella persona che soffriva quando sapeva di bimbi o animali maltrattati. Mio padre era quella persona pronta a perdonare tutti, ma le ferite erano talmente profonde che non gli permettevano di fare il primo passo e questo faceva pensare il contrario.
Mio padre era il coach che tutti vorrebbero avere, amava i suoi ragazzi in modo smisurato.
I suoi ragazzi… li amava come si amano dei figli; ha creduto così tanto in loro e in questi giorni ho capito che il legame tra di loro era proprio come quello di un padre con i figli.
Don Giovanni, tuo amico di vecchia data, ha raccontato di te nel modo più dolce del mondo, perché lui conosceva la tua anima. A lui, pochi giorni prima di morire avevi espresso un unico desiderio: non hai chiesto la guarigione, non hai chiesto di sentire meno dolore ma lui hai chiesto la pace. E nella pace ora immagino il mio angelo dagli occhi dolci.
Non ci sei più.
Non ti vedremo più sul campo di terra rossa.
Non ti vedremo più passeggiare in pineta.
Non ti incontreremo al ristorante con una bella tavola imbandita a chiacchierare per ore delle tue avventure.
Non ti vedremo più perché ora sei dentro il cuore di ognuno di noi, ora devi essere ancora più tosto perché devi proteggere tutti noi, soprattutto la tua teppistella a cui già manchi tanto.
Abbiamo salutato un padre, un marito, un nonno, uno zio, un fratello, un amico, un maestro.
E sarà impossibile colmare questo vuoto, ma come mi hai detto tu tre mesi fa “Ramo ci vuole forza, pazienza e coraggio”. Ora lo dico io a te: forza e coraggio papà, salutaci mamma e nonno e dammi la forza per sorridere a questa vita.
Ti amo.
Tua briciola

Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare veramente tutti per l’affetto che ho ricevuto in questo periodo. Dopo quasi due mesi ancora incontro persone pronte a spendere una frase carina sul mio prezioso papà.