“Si tratta di un intervento che va ben al di là di una semplice azione di riassetto della viabilità e che punta alla valorizzazione dell’intero lungomare di Fregene”. È quanto ha detto qualche tempo fa il presidente della Regione Lazio Zingaretti riferendosi alla nuova pista ciclabile. L’opera, che ancora deve essere conclusa, a ottobre partiranno i lavori per il collegamento Sogno del Mare via Iesolo, ha già dimostrato in poco tempo di essere un’occasione straordinaria per vivere il territorio avendo anche la possibilità di praticare una corretta attività fisica e sportiva. “Questa è la prova che i soldi pubblici se ben spesi portano a grandi risultati e migliorano la qualità della vita dei cittadini”, ha aggiunto il Governatore. Insomma, la pista ciclabile è un vero e proprio gioiello e, se come sembra, verrà interconnessa a quella Focene-Fiumicino da poco inaugurata e al tracciato gemello di Maccarese, la cui realizzazione partirà anch’essa a ottobre, acquisterà un valore ancora maggiore.
Come ogni cosa, però, bisogna fare i conti con l’altra faccia della medaglia. Vale a dire con tutta quella serie di problematiche che gradualmente andrebbero risolte. Innanzitutto c’è il comportamento di diverse persone che non utilizzano la pista ciclabile secondo gli scopi con il quale è stata realizzata. Segno evidente di come l’educazione civica in questo paese debba ancora fare molta strada. Basta prendere la bici e imboccare il tracciato che parte dal “Sogno del Mare” per andare incontro a chi la occupa per fare footing, chi si ferma a fare quattro chiacchiere invece di lasciare strada alle bici, chi passeggia con i bambini, chi viaggia contromano rischiando di provocare pericolosi incidenti, chi parcheggia addirittura l’auto e chi taglia tranquillamente la strada perché stanco di pedalare. Senza dimenticare chi attraversa il reticolato senza neanche guardare, quando in realtà sono i pedoni a dover dare la precedenza ai ciclisti nel caso di attraversamento dello spazio ciclabile. Poi ci sono anche i ciclisti indisciplinati che viaggiano sul marciapiede. Tutto questo è emerso dopo una prova cha abbiamo effettuato con la Gopro attaccata al casco. Ne sono usciti dei fotogrammi in cui se ne vedono di tutti i colori, durante la passeggiata sotto il sole cocente è emersa anche la mancanza di una fontanella per bere un po’ d’acqua fresca. È vero che il percorso non è lunghissimo, ma c’è chi ci arriva dopo aver macinato chilometri e chilometri e si trova con la borraccia a secco. Un’altra nota dolente arriva dalle aiuole, che in diversi punti si presentano abbandonate mentre in altri ci sono delle piante non proprio ideali a una pista ciclabile. In un punto, infatti, c’è l’unica pianta che ha i famosi “bacia piedi”, il terrore dei bikers perché bucano le gomme.
Anche le uscite delle auto dagli stabilimenti andrebbero segnalate meglio, sia per chi esce dai parcheggi e sia per chi si trova all’improvviso il muso dei Suv davanti. Alcuni stabilimenti hanno messo delle tabelle molto utili in uscita ma sono un’eccezione, bisogna fare di più su questo fronte per la sicurezza dei cilcisti e dei pedoni.
Nel prossimo futuro, con il progetto del sindaco Esterino Montino di trasformare il territorio di Fiumicino nel più ciclabile del Lazio, ci si augura che anche gli amanti delle bike e i cittadini “distratti” innalzino il loro livello di educazione civica al fine di permettere a tutti di utilizzare nel modo corretto una risorsa comune.