Se per l’assessore all’Urbanistica della Regione, Massimo Pompili “si tratta del più importante atto di pianificazione della storia della Regione che dà finalmente indicazioni certe per la salvaguardia e il corretto sviluppo del nostro territorio adottando i principi, prima regione in Italia, introdotti dal nuovo Codice dei Beni culturali e del Paesaggio”, è altrettanto certo, anche ad una prima lettura, che il P.T.P.R. rappresenta per il territorio di Fiumicino una vera e propria rivoluzione, soprattutto per le zone di “paesaggio naturale agrario” che interessano larga parte del territorio nord del Comune. Illuminante, in questo senso, il confronto su alcuni aspetti essenziali tra vecchia e nuova normativa: il lotto minimo per le costruzioni rurali passa da 3 a 50 ettari (mentre per gli altri Comuni della Regione è di 10 ettari); l’indice di edificabilità passa da 50 mq/ettaro a cerca 16 mq/ettaro; riduzione dal 40 al 30% del rapporto mq/ ettaro per gli annessi agricoli; il P.U.A. (piano di utilizzazione aziendale) che prima consentiva deroghe al lotto minimo, alla superficie degli annessi e delle abitazioni, per quest’ultime nella nuova formulazione non ammette deroghe in nessun caso.“D’accordo sulla tutela del paesaggio – è stato il commento di molti – ma con questo piano regionale si finisce per impedire qualunque tipo di sviluppo alla stragrande maggioranza di piccoli proprietari terrieri presenti nel territorio”. “L’adozione del P.T.P.R. era una necessità attesa da almeno dieci anni e che finalmente fa tabula rasa dei 29 piani paesistici che si erano accumulati negli anni – spiega un tecnico che ben conosce la realtà locale – trattandosi di normative complesse, bisognerà studiare nel dettaglio i tanti allegati prima di formulare un giudizio definitivo. Ma quello che colpisce di questo Piano è la sua stringente incisività sulle regole da seguire, come l’indicazione degli indici di edificabilità, che lo fanno sembrare più un piano urbanistico che paesistico. Spiego meglio. In precedenza, i piani paesistici dettavano delle regole generali di tutela e sviluppo del territorio che venivano poi elaborate nel dettaglio dai PRG comunali, mentre oggi questa facoltà viene a scomparire. Inoltre, come tutte le normative che vengono recepite come troppo rigide e restrittive, c’è il rischio di ottenere l’effetto contrario: quando si perde ogni possibilità di ottenere licenze in regola, di fatto si finisce per alimentare il fenomeno dell’abusivismo”.Difficile ora prevedere se e in che misura Piano Regionale potrà essere modificato. L’iter prevede, fino al 14 maggio, che il P.T.P.R. rimanga depositato per la pubblica visione presso tutti i Comuni del Lazio e le Province, dove potranno essere presentate le osservazioni dei cittadini, enti e associazioni. Nei successivi trenta giorni i Comuni provvederanno alla raccolta delle osservazioni pervenute e le trasmetteranno alla Regione con una propria relazione. La Regione Lazio redigerà quindi l’istruttoria da sottoporre all’approvazione definitiva del Consiglio regionale. (Francesco Zucchi)