Questo l’articolo uscito oggi su Il Messaggero edizione litorale

di Fabrizio Monaco

Ai tronchi giganteschi caduti nei mesi – ormai anni – scorsi, ora si sono aggiunti quelli crollati negli ultimi giorni. Il risultato è un cumulo di pini spezzati o sradicati a terra, alcuni dei quali hanno piegato la recinzione esterna. Si presenta così per Natale quella che dovrebbe essere la pineta monumentale di Fregene: un presepe morente proprio all’ingresso del centro balneare. Impietoso il passaggio in auto lungo la strada principale che conduce al mare, quel viale della Pineta che fece innamorare negli anni 50’ Federico Fellini. Al quale la Pro Loco, guidata da Enrico Vanzina, nel 2014 ha pure dedicato la zona principale del parco, più di venti ettari di pineta oggi in condizioni spettrali.

Eppure a giugno sembrava partito il grande piano di rilancio: «Cominceremo dal Parco Federico Fellini con il taglio degli alberi pericolanti – aveva dichiarato il sindaco Esterino Montino – poi passeremo alle altre due zone la B, riservata ai cani, e la C, adibita originariamente agli spettacoli. Tutti interventi di somma urgenza che avranno tempi rapidi. L’obiettivo è quello di fare prima possibile per riportare tutta la pineta in sicurezza». Dopo i tagli e le potature, un intervento di circa 200mila euro, sarebbero dovute arrivare le ripiantumazioni, quindi il piano di riqualificazione generale, 400mila euro per il rilancio con nuovi arredi, panchine, illuminazione, fontanelle, attrezzi fitness.

Ma qualcosa non ha funzionato perché dopo l’intervento nella prima delle tre aree, a fine luglio il piano si è fermato e sulla pineta è tornata una fitta nebbia. Nel frattempo i pini hanno continuato a cadere, all’interno del parco secolare come all’esterno, lungo le vie aperte al traffico.

L’ultimo è stato quello del 7 novembre, un grosso ramo è venuto giù in via Paraggi, a pochi metri dal circolo sportivo “La Ginestra”. «Ancora una volta – dice Fabrizio Baldoni, maestro di tennis che ha assistito alla scena – oltre allo spavento fortunatamente non sono state coinvolte le persone. Ma non può andare sempre bene». Con l’arrivo del maltempo e delle raffiche di vento la situazione è precipitata, i vecchi alberi, mai rimossi, sommati agli ultimi crollati hanno certificato il cimitero dei pini cadenti.

«Dove è finito questo grande piano di rilancio? – si domanda Antonio Gentile, che risiede nelle vicinanze del parco – continua il crollo inesorabile, la recinzione resta un’opera incompiuta e fatiscente. Fa male vederla ridotta così».

«L’abbiamo dedicata erroneamente a Fellini – aggiunge Gaetano Mora, altro residente – un artista da associare all’arte, al decoro, non a un parco dove è stato fatto scempio della bellezza della natura e del vivere civile».