Una somma scivola­tagli tra le mani senza finalità apparenti o comunque giustifi­cabili alla luce del sole. Prende sempre più la pista del debito usuraio la ricerca di un movente e, quindi, del responsabile dell’omicidio di "Lupo", il trentaquattrenne abi­tante a Marina di San Nicola, trovato cadavere nella sua Golf inabissata nel canale di via del Pianelle, a Maccarese. Gli inve­stigatori del Gruppo Ostia dei carabinieri stanno passando al setaccio i movimenti bancari sia in entrata che in uscita pres­so il conto intestato a Fabio Lorenzon. La gran mole di prelievi al bancomat effettuati dal­la vittima e proseguiti anche dopo la sua scomparsa hanno spinto a vederci chiaro e a sco­prire che l’operaio del super­market "DiperDì" di Santa Marinella aveva contratto debiti per circa 50 mila euro. Nonostante la somma presa in prestito da più persone e all’insaputa sia della fidanzata Simona che della madre Maria, il tenore di vita di Fabio non era cambiato. A questo punto diventa determinante l’esame tossicologico sul cadavere per capire se a spingere verso la spesa di una somma così ingen­te possa essere stata la droga. Ieri presso l’Istituto di Medi­cina Legale dell’università "La Sapienza" hanno preso il via gli esami autoptici. I periti necrofo­ri hanno preso tempo sino a domani per poter fornire le indi­cazioni sommarie sulla causa della morte. All’attenzione è il trauma cranico registrato sulla nuca ma c’è da chiarire se il colpo sia stato tale da uccidere oppure se la morte sia soprag­giunta per annegamento in una persona, il Lorenzon, appunto, lasciato tramortito sul sedile della sua auto. (Il Messaggero, Giulio Mancini)