Un servizio tanto atteso e tanto controverso, le polemiche recenti sull’inefficacia e sui contenuti esclusivamente propagandistici di questa iniziativa che interessa tutti i cittadini del nostro Comune, sono ormai note a tutti. Ma finalmente siamo arrivati al fatidico 8 aprile e, come da istruzioni impartite con tanto di volantino, chiaro ed esaustivo, metto i primi mastelli fuori dalla porta esattamente alle 22.00. Ammetto di aver provato sensazioni contrastanti: da una parte la volontà di vedere come l’Amministrazione avrebbe dato seguito con i fatti al battage degli ultimi mesi, dall’altra lo spirito di conservazione di chi ha scelto questo territorio per viverci – sono un ex residente del Comune di Roma – e vuole contribuire in maniera concreta a renderlo migliore, più gradevole e più vivibile. Per me e per chi mi sta intorno. Ha prevalso il senso civico. E forse così è stato anche per quei pochissimi “intrepidi” concittadini che ieri (domenica, n.d.r.) sera hanno fatto lo stesso. La curiosità era forte e ho fatto un giro serale per vedere se fossi io la mosca bianca (o la pecora nera?) e nonostante tutto sono rientrato fiducioso, perché tutto sommato non ero il solo ad aver messo fuori i mastelli. Così stamattina (ieri mattina, n.d.r.) sono uscito per ritirarli e, con grande sorpresa li ho ritrovati li. Felice che nessuno li avesse “presi in prestito” o rovesciati nottetempo, ho afferrato le maniglie per riporli nello spazio che gli abbiamo riservato in casa. Peccato che fossero pieni esattamente come alle 22.00 della sera prima. La raccolta porta a porta stanotte non c’è stata. Cittadini Volenterosi 1 – Amministrazione Comunale 0? Purtroppo no. Ne usciamo entrambi sconfitti. Noi con le nostre speranze di veder qualcosa di diverso che smentisse le innumerevoli voci negative e le critiche feroci e l’Amministrazione che ha perso l’occasione di dimostrare sul campo di saper mantenere le sue promesse. A nulla serve il chiarimento di stamattina pubblicato sul vostro sito dove si comunica che il ritiro avviene dalle 6 alle 13. Suona come arrampicarsi sugli specchi. Al limite del patetico. Il vostro volantino parlava chiaro, non dava adito a dubbi. Noi c’eravamo, anche se in pochi. Voi no”. (Gabriele Falasca)