“Sono dati che, pur non essendo sufficienti per una analisi puntuale della situazione, ci hanno consentito di individuare nei costi di smaltimento la causa principale dei recenti aumenti e di quelli, ancora maggiori, che potrebbero verificarsi sia quest’anno che nel 2015 – si legge nella nota del Comitato – Il nostro Comune aveva preventivato di spendere circa 80 euro per smaltire una tonnellata di rifiuti, ma in verità da tempo ne spende circa 135, considerato che giustamente non esiste più alcuna possibilità di smaltire rifiuti “tal quale”. Un aumento di circa 55 euro per ogni tonnellata di rifiuti che non differenziamo! Quello dello smaltimento, quindi, da sempre individuato come costo secondario, oramai punta a pareggiare e superare il costo della raccolta,l’altra componente del costo complessivo. Stimiamo, infatti, che entro l’anno il costo di smaltimento di 1 tonnellata di indifferenziato si possa attestare sui 160/180 Euro a cui aggiungere il 10% di IVA. Questo il motivo per cui devono diminuire le quantità di indifferenziato da mandare al TMB di Malagrotta e di umido da mandare agli impianti di compostaggio. I dati che ci preoccupano in particolare sono quelli relativi al trimestre Ottobre-Dicembre che mostrano come, a partire dalla sospensione dell’estensione della raccolta pap disposta dal sindaco a settembre scorso, si sia ingenerato un effetto sfiducia nel nuovo servizio amplificato dall’immobilismo dell’Amministrazione che non ha ottimizzato, nell’attesa della definizione di un nuovo progetto, la raccolta nelle località avviate alla raccolta differenziata pap. I volumi di organico raccolti a Dicembre 2013 (con una popolazione raggiunta dal nuovo servizio di circa 28.000 cittadini, il 37% del totale) sono equivalenti a quelli raggiunti a Giugno 2013 quando Fregene, Maccarese, Focene erano da poco state avviate, così come per gli altri materiali, con l’eccezione della raccolta multi materiale che è regredita ai valori di Gennaio 2013. Anche per quanto riguarda il materiale secco differenziato rileviamo che nell’attuale situazione a fronte di un quantitativo totale atteso tra 750/800 tonn/mese, il valore medio annuo raccolto è stato di circa 260 tonn/mese ed ancora molto, troppo materiale, va in discarica perché non differenziato o differenziato male. Anche l’evasione fiscale (seconde e terze case, affitti in nero, variazioni di superficie non dichiarate, residenze fantasma, ecc.) del 10% dichiarata dall’Amministrazione (noi temiamo sia ben più alta) e per la quale non c’è alcun dato ufficiale di supporto, ha inciso nel 2013 per ben 35 centesimi/mq per ogni onesto Cittadino di Fiumicino. Sottolineiamo inoltre che, a differenza degli anni passati in cui il costo del servizio rifiuti pagato dal comune poteva coprire una quota parte del costo complessivo del servizio (nel 2013 la copertura è stata dell’81%), a partire da quest’anno per legge il costo del servizio rifiuti è completamente a carico del Comune, ossia dei cittadini onesti che non evadono. Di contro, considerato che la tassazione 2013 è superiore del 30% rispetto al 2012 (42% se si calcola anche il tributo diretto allo stato) e stante l’attuale situazione, per il 2014, utilizzando lo stesso modello di calcolo 2013 (in attesa della definizione dei parametri per il 2014), si può prevedere un ulteriore aumento compreso tra il 54% ed il 69% rispetto al 2013 (al netto dell’imposta statale). Oltre alla revisione del valore del contratto con l’ATI alla luce di una serie di prestazioni che non vengono erogate, a nostro parere è necessario:
1. Reimpostare il contratto stesso con un fisso ed un variabile dipendente dalla vendita dei materiali (non dalla raccolta);
2. Riorganizzare la differenziata sia per diminuire il conferimento di indifferenziato e dell’organico, ma anche per massimizzare le entrate dalla vendita del secco differenziato che sono ridicole (si è parlato di 12.000 euro) precedendola ed accompagnandola con un programma di sensibilizzazione ai Cittadini diffuso su tutto il territorio;
3. Stanare finalmente in tempi rapidi l’evasione fiscale;
4. Dove possibile (secondo noi oltre il 35% delle famiglie di Fiumicino) obbligare al compostaggio domestico, con conseguente sgravio tariffario per il Cittadino, evitando di pagare per il conferimento dell’umido agli impianti di riciclo e per il servizio di ritiro a domicilio ;
5. Introdurre, come a Cerveteri, la tariffa puntuale, cioè il pagamento (magari salato) del rifiuto indifferenziato effettivamente prodotto;
6. Come piano di medio regime, valutare la costruzione due piattaforme, una di compostaggio aerobico ed una di riciclo, direttamente gestite dal comune, secondo una analisi costi/benefici calata sulla specifica produzione quantitativa e qualitativa di rifiuti nel nostro Comune.
Al raggiungimento del 65% di differenziata, il ritorno dalla vendita del secco differenziato ai consorzi è di almeno 1 Mln di Euro a cui si aggiungerebbero oltre 2,5 mln di euro di mancati costi di conferimento e almeno 700.000 euro di mancato conferimento dell’umido (compostaggio domestico). Quindi più di 4 mln di euro di saving, a cui aggiungere i vantaggi della revisione contrattuale. Differenziare i rifiuti e differenziarli bene è essenziale per la salute, per l’ambiente, per il decoro cittadino, ma anche per questioni puramente economiche.
Spesso ci è stato detto che amministrare un comune comporta far quadrare i conti e che quindi un sindaco deve ragionare e comportarsi come un ragioniere, che fare la raccolta differenziata porta a porta è costoso e al di sopra delle possibilità economiche dell’ente locale…in una paginetta e lavorando solo su pochi dati abbiamo dimostrato che è falso: i conti tornano solo se si fa la raccolta differenziata.

Lo studio completo è disponibile sul sito http://www.rifiutizerofiumicino.it