Adesso avrà 45 giorni per trasmetterà al “dipartimento della protezione civile della Presidenza del consiglio dei ministri un piano di interventi con relativo quadro economico-finanziario”. Il 31 dicembre chiuderà la discarica di Malagrotta e si produrrà una situazione grave per lo smaltimento dei rifiuti prodotti da Roma, Fiumicino, Ciampino e Città del Vaticano. Ovvero il 55% dei rifiuti prodotti dall’intera regione. Per evitare il collasso bisognerebbe costruire in tempi record (tre mesi) una o più discariche. E solo i poteri conferiti a Pecoraro sono in grado di farlo. Per l’impianto di smaltimento a Pizzo del Prete a Fiumicino servono almeno 36 mesi, così servono altre aree provvisorie in attesa della nuova definitiva discarica. Per questo A Pecoraro il governo ha assegnato poteri molto forti, che consentono di velocizzare i tempi e di superare anche resistenze e proteste delle comunità locali. Il commissario prefettizio, tra i vari poteri,  potrà avvalersi del comando dei Carabinieri tutela dell’Ambiente e del Corpo Forestale dello stato; ricorrere a procedure di affidamento coerenti con la somma urgenza. Inoltre potrà decidere per le “occupazioni d’urgenza e per le eventuali espropriazioni delle aree occorrenti per l’esecuzione delle opere e degli interventi”. Tra le aree individuate per le discarica provvisorie in attesa di quella di Fiumicino, quella più adatta sembra essere Pian dell’Olmo ai confini tra Roma e Riano, dove secondo i tecnici è facile attivare una discarica.