Lo stralcio della norma, che dagli iniziali 90 anni di concessione era stata ridotta a 20, fa parte dei  circa 130 emendamenti approvati dalle commissioni Bilancio e Finanze, mentre rimangono invariate le norme sui distretti turistici. Il presidente della commissione Finanze, Gianfranco Conte, ha annunciato che la questione delle concessioni demaniali sarà affrontata in un altro provvedimento, molto probabilmente nell’articolo 21 della Legge comunitaria 2010. Affermazione che lascia intendere come il diritto di superficie possa essere ripresentato in futuro in una nuova formulazione. Per adesso gioiscono le tante voci contrarie alla norma, tra cui Legambiente, per la quale la cancellazione del diritto di superficie sulle spiagge per 20 anni è “un altro successo per i cittadini, dopo la vittoria su nucleare e acqua pubblica. Questa estate – ha detto Sebastiano Venneri, vicepresidente nazionale di Legambiente – è cominciata bene, ora avanti per liberare le spiagge dai cancelli e dal cemento”. “Il vecchio decreto – ha continuato Venneri – rappresentava un’aberrazione giuridica che non accontentava nessuno. Né tanta parte degli imprenditori che hanno rischiato di venir scalzati dai grandi speculatori del settore, né cittadini e turisti, che venivano di fatto privati del diritto di fruire di un bene pubblico per eccellenza”. Dal punto di vista dei balneari, invece, lo stralcio, nonostante fosse nell’aria, è vissuto come una sconfitta per l’intera categoria, considerato che solo solo qualche giorno fa il Ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto aveva convocato a Via della Stamperia le rappresentanze delle Associazioni Balneari Assobalneari Italia- Federturismo Confindustria, CNA Balneatori, FIBA Confesercenti, OASI Confartigianato e SIB Confcommercio al fine di sciogliere tutti i nodi legati alla vicenda delle concessioni demaniali marittime. Non solo, il presidente di Assobalneari Italia Renato Papagni al termine dell’incontro aveva affermato: «Il Ministro Fitto si è impegnato ad inviare alla Presidenza del Consiglio una relazione sui fatti affinché il Governo ne prenda atto e, direttamente a Bruxelles, sostenga sia la proroga ulteriore fino al 2030, sia l’uscita dalla Direttiva Servizi. Ha inoltre confermato l’istituzione dell’Osservatorio Nazionale che entro la fine del prossimo mese di novembre si dovrà pronunciare in relazione alla effettiva possibilità che il comparto balneare italiano non debba sottostare alla Bolkestein. Da parte nostra- aveva concluso Papagni- cercheremo di raccordarci anche con i colleghi di SIB, FIBA, OASI e CNA al fine di fornire un giusto supporto tecnico, amministrativo e legale nei confronti di quei rappresentanti governativi che a Bruxelles dovranno difendere la posizione, l’operato e la storicità di oltre 30.000 aziende turistiche».