E per capire “se ci siano le reali condizioni per portare a termine i punti programmatici inseriti dal Pdl nel 2008 nel proprio programma elettorale e la forza di terminare il mandato elettorale previsto nel 2013”. “Dopo l’annuncio del ritiro delle dimissioni del sindaco, la maggioranza locale si è trincerata dietro un silenzio assordante – sottolinea il capogruppo Pd -. La giunta rimane mozza, priva di quattro assessori. Senza quella rappresentanza che le permetterebbe di avviare un vero programma di sviluppo, anche infrastrutturale, di cui il nostro comune ha urgentemente bisogno per non rimanere incagliato in una crisi che finora ha provocato danni ai servizi e alzato l’asticella della disoccupazione, arrivata a livelli di guardia”.  Altro punto: la nomina del nuovo presidente del consiglio, dopo le dimissioni di Mauro Gonnelli: “Il balletto dei nomi e le lunghe riunioni per ricucire lo strappo dei gonnelliani rischia di bloccare ulteriormente i lavori politico-istituzionali – ammonisce Michela Califano -. Le commissioni sono ferme ormai da cinque mesi. I consigli comunali una chimera. E intanto le interrogazioni, gli ordini del giorno, le mozioni protocollate dall’opposizione vengono accatastate, in attesa di un segnale di questa maggioranza”. “Così – conclude il capogruppo del Pd – è impossibile continuare. Il sindaco ha l’obbligo di presentarsi in consiglio e spiegarci come intende andare avanti questi 18 mesi. Quali saranno i punti di questo fantomatico programma di fine mandato. E come intende far uscire Fiumicino dal guado della crisi. Il Pd rimane del suo avviso. La ricomposizione non c’è stata. È solo un tentativo di tirare a campare fino alla scadenza del 2013 e prendere tempo in attesa di una convergenza sul post-Canapini. Per questo chiediamo nuovamente le dimissioni del sindaco e dell’intera giunta, per andare subito alle elezioni”.