Si è consumato un altro disastro per la spiaggia al confine tra Fregene e Focene. Dopo le strutture balneari, ormai circondate dal mare che è avanzato altri metri, le onde questa volta non hanno risparmiato nemmeno quella lingua di sabbia che rimaneva a dividere il mare dallo stagno, l’ultimo baluardo a difesa dell’Oasi di Macchiagrande del Wwf. L’acqua ha spezzato in due la barriera e si è riversata all’interno del Canale delle Acque Alte. La fotografia è impietosa, dove fino al dieci anni fa c’erano 60 metri di duna ricoperta dalla macchia mediterranea, c’è solo la schiuma vorticosa delle onde, ora la nuova linea di costa. Un colpo durissimo per l’ecosistema dell’Oasi: «Si sta consumando nel totale silenzio un progressivo disastro ambientale – spiega Riccardo Di Giuseppe responsabile delle Oasi del Wwf del litorale romano – lungo la costa antistante l’Oasi di Macchiagrande ormai la spiaggia e le dune con vegetazione pioniera non esistono più. Ora ad essere a rischio è l’intera zona umida dell’Oasi, di fatto il cuore della Riserva Naturale Statale Litorale Romano riconosciuta dall’Europa come Sic, sito di importanza comunitaria».
Tanti i danni anche alle strutture balneari sempre più circondate dal mare, il sindaco Esterino Montino ha effettuato un sopralluogo nell’area compromessa: “La pesantissima mareggiata di queste ore – dice Angelo Caroccia, assessore comunale ai Lavori pubblici – ci costringe ancora una volta ad appellarci alla Regione Lazio per le opere di tutela della costa che erano state promesse».
Ma intanto l’acqua salata è arrivata a lambire la vegetazione dove esiste un habitat unico da un punto di vista comunitario con ginepri secolari. «Un patrimonio di inestimabile valore naturalistico che andrebbe tutelato e valorizzato – continua Di Giuseppe – una situazione drammatica che non può rimanere marginale né essere abbandonata dalle istituzioni. L’erosione costiera avanza sempre più e ora sta sbriciolando interi costoni di ambiente dunale riducendo l’arenile a una spiaggia fantasma. In alcuni punti il mare, durante le forti mareggiate, è già entrato all’interno della zona umida con conseguenze gravi per l’intero ecosistema. Così sparisce una delle spiagge più belle del Lazio per le sue peculiari caratteristiche ambientali, amata e meta dei romani come dei turisti stranieri. È giunto il momento di tutelare con i fatti e in tempi celeri uno dei simboli del patrimonio  naturalistico, ma anche storico e culturale del litorale romano».
Aumenta lo conforto dei balneari, nelle ultime 48 ore il mare ha circondato le strutture più avanzate e la linea di costa è diventata più minacciosa che mai.