Ormai le onde passano sotto la veranda del ristorante. Avanti e indietro, l’acqua arriva e si ritira minando a ogni passaggio la struttura. Inutile la protezione dei sacchetti di sabbia messi ieri per tutta la giornata con l’aiuto di tanti amici che sono arrivati in soccorso. La situazione del Point Break questa mattina appariva veramente tragica, “il bancone della cucina ha ceduto, siamo alla fine”, diceva più che agli altri a se stesso Luca Pacitto.
Ma tutti gli stabilimenti di Fregene sud sono sull’orlo del baratro perché il mare continua ad avanzare, forse per quei lavori di rinforzo al pennello dell’argine o forse perché ormai il mare si è definitivamente spostato altri dieci metri avanti. La Perla, il Point Break, il Tirreno, il Capri, la Rivetta, la Nave, la stagione per loro sembra finita ancora prima di ricominciare. Perché oltre ai danni come si fa a lavorare se non c’è più la spiaggia?


Per i balneari la responsabilità è chiara: “La Regione Lazio che negli ultimi dieci anni non ha fatto niente e in particolare l’assessore Refrigeri che invece qualcosa ha fatto: promesse mai mantenute”, dicono i gestori.
L’unica speranza che rimaneva sulla carta era quella del geotubo, ma ormai il mare è così avanzato che anche quella soluzione sembra essere diventata inutile. E l’intervento più generale di difesa della costa non è mai stato preso in considerazione dalla Regione neppure attraverso uno studio di fattibilità. “Chiedo un nuovo collocamento della nostra attività – dice Luca Pacitto del Point Break – così non possiamo più operare, non ci sono proprio le condizioni, né i requisiti minimi di sicurezza”.