“Poche stringenti parole che non esprimono appieno i sentimenti e lo sconforto per quanto accaduto. È quanto si legge nella nota di Balnearia Litorale Romano – Assobalneari Fiumicino. “Il crollo dello stabilimento La  Nave di Fregene – continua la nota – segna la perdita di un impianto balneare noto non solo a livello locale ma nazionale, essendo stato storia del territorio ed anche del cinema italiano, casa di molte pellicole, casa di molti di noi, romani e non, cresciuti sul litorale. Un epilogo triste, figlio di un Sistema Paese finito, fatto di lentezze burocratiche e di una politica in ritardo sui tempi della realtà e dei suoi problemi che, non solo non sa fornire risposte, ma non accetta neppure le soluzioni proposte da chi, come gli imprenditori balneari colpiti da erosione, cerca e presenta soluzioni al fine di salvare non solo le proprie aziende, ma la spiaggia di tutti. Con amaro dolore stamane registriamo non solo quanto accaduto nella notte, ma quanto non fatto in tutto questo tempo: un muro di no, un triste carosello di dinieghi che hanno di fatto scritto questo infelice epilogo”.

“Le continue mareggiate – sottolinea il Sindaco di Fiumicino Esterino Montino –  stanno mettendo a dura prova la nostra costa e molte strutture balneari, di ristorazione e commerciali del nostro litorale. Ieri, dopo gli ultimi eventi di questi giorni, sono andato insieme all’assessore ai Lavori Pubblici, Angelo Caroccia a fare un sopralluogo a Fregene sud, una delle zone più colpite dalla furia  del mare. Qui, in particolare, la forza delle onde ha già portato via parte degli stabilimenti balneari, fino a colpire edifici storici come la Nave, il Capri, la Perla, la Rivetta. Lunghi mesi di discussione in conferenza dei servizi con la Regione Lazio impegnati a discutere ed approvare il progetto di difesa di quel tratto di costa attraverso la messa in posa di un geotubo per circa 800 metri di lunghezza. L’iter sembrava quasi concluso già a novembre scorso ma la decisione di sottoporre il progetto alla Valutazione  di impatto ambientale ha allungato notevolmente i tempi di realizzazione dell’opera lasciando privo di difesa il tratto di spiaggia sottoposta a erosione. Gli unici interventi per difendere le strutture sono stati realizzati dai singoli operatori interessati che però, senza un intervento complessivo da parte della Regione, non sono risolutivi del problema. Mi auguro che il grido di allarme che arriva dai lavoratori di questo settore e dalle loro famiglie convinca la Regione ad accelerare l’iter amministrativo per arrivare a soluzioni in grado di difendere la nostra costa. Abbiamo a cuore i 24 chilometri del nostro litorale, uno dei luoghi più attrattivi dal punto di vista ambientale e turistico del territorio di Fiumicino. Faremo tutto quanto è nelle nostre poche competenze per difenderlo con forza anche su tutti i tavoli istituzionali”.

“Dopo l’ultimo avvenimento che ha visto purtroppo la distruzione di uno degli stabilimenti simbolo di Fregene – interviene Mario Baccini,  presidente della Fondazione Foedus –  è urgente farsi carico delle rimostranze di tutti coloro che lavorano negli stabilimenti del litorale e che vedono minacciata ogni giorno la propria risorsa di vita. La Regione deve intervenire per sanare i danni di un abbandono lungo più di un lustro e che ha portato in sette anni ad un’erosione di 80 metri di spiaggia e alla crisi degli operatori balneari che dopo questi ultimi eventi vedono in discussione tutta la stagione estiva. Non possiamo permettere che una delle prime fonti di reddito del litorale Sud sia dissipata per l’incuria e le lungaggini burocratiche. Il mare è una delle prime fonti economiche per Fiumicino e Fregene e lo confermano anche i dati sull’occupazione che abbiamo raccolto dalla Provincia e dalle Camere di commercio e che renderemo pubblici in un convegno il 24 marzo all’Hotel Tiber insieme al presidente dell’ADEPP per sostenere le nuove politiche del lavoro e combattere la povertà con l’occupazione”.

 

(foto di Francesco Camillo – riproduzione riservata)