Ora per le false cremazioni al cimitero di Prima Porta a Roma (il caso era scoppiato nell’autunno 2007 quando l’Ama trovò una serie di bare accatastate e, ovviamente, con i cadaveri all’interno) rischia il processo il titolare dell’agenzia di pompe funebri “Isola Sacra”, a Fiumicino, con l’accusa di aver truffato una trentina di famiglie, abbandonando le casse di legno con i loro congiunti in un angolo buio, a ridosso dei forni crematori.  Lui si chiama Arrigo Trevigne, ha 41 anni, e dovrà rispondere di truffa aggravata, occultamento e soppressione di cadavere e anche violazione di sepolcro. Secondo l’accusa l’impresario funebre non si sarebbe limitato ad architettare le false cremazioni senza tener conto delle ultime volontà dei defunti e del dolore dei parenti, ma almeno in un caso avrebbe fatto sparire del tutto i resti di una salma (da qui l’accusa di soppressione). Non avrebbe mai varcato la soglia del cimitero di Prima Porta, infatti, la cassettina contenente i resti di una signora proveniente da Napoli. Tanto che il figlio, che avrebbe voluto far riposare i genitori nella stessa tomba, ad un certo punto si è ritrovato solo due urne con la sabbia. In un altro caso, invece, l’imputato si sarebbe affrettato a portare a termine una cremazione dopo aver appreso di essere sotto inchiesta, per poi violare il loculo e sostituire la sabbia con le ceneri vere. Ritrovandosi accusato anche di violazione di sepolcro. Ora l’Ama si è costituita parte civile e batte cassa. “I servizi cimiteriali di Roma gestiti dall’Azienda municipalizzata per l’ambiente hanno subìto dei danni – ha spiegato l’avvocato Remo Pannain, legale di Ama – Non è stato facile rassicurare tutti. La gente temeva altre truffe del caro estinto” come bene sa Vittorio Borghini, il direttore della struttura Ama che governa i cimiteri di Roma che ha dato il via all’inchiesta.