Che prosegue lo studio avviato, per la prima volta lo scorso anno, allo scopo di offrire alla comunità diocesana, a tutti i cittadini e gli enti del territorio, uno strumento utile per conoscere da vicino il fenomeno della povertà attraverso l’esperienza diretta degli operatori che esercitano le attività di ascolto e seguono le famiglie in difficoltà. La diocesi di Porto – Santa Rufina, infatti, nonostante un apparente benessere che traspare dallo stile di vita dei suoi abitanti, nasconde larghe fasce di povertà, spesso non comprese, dovute alla mancanza di mezzi materiali, di reti di sostegno e di solidarietà familiari. A ciò si aggiunge quella, non meno grave, che deriva dalla “mancanza di senso e di significato della propria vita”. Il Report dedica particolare attenzione alle contraddizioni di un sistema sociale che mostra di sentirsi evoluto e orientato allo sviluppo ma che produce, invece, continue diseguaglianze, in qualche circostanza irreversibili, e marginalità che portano alla povertà. Dal confronto con l’anno precedente si rileva un incremento (del 10%) dei “poveri” tra le persone che hanno una casa di proprietà e un notevole incremento (dal 6 al 20.8%) di chi dichiara di essere privo di abitazione. Si rileva, inoltre, una flessione tra le persone che dichiarano un reddito insufficiente e un notevole incremento (dal 13,2 al 22.6%) di quelle che versano nella condizione di povertà estrema. La conclusione del rapporto evidenzia la necessità di una maggiore solidarietà e la costruzione di reti sociali di protezione e assistenza e, soprattutto, rileva la mancanza di politiche istituzionali. Trascurando la preoccupante crescita del fenomeno, infatti, alla fine queste famiglie trovano un minimo di sostegno prevalentemente grazie al volontariato e alle organizzazioni cattoliche che non possono certo fornire risposte definitive.