Pubblichiamo per intero il servizio:“Sono aziende agricole, aree archeologiche, riserve naturali. Quelle dei 1.300 ettari della Riserva naturale del litorale romano destinati a ospitare “Fiumicino 2″. Si conoscerà ad agosto il nome della società vincitrice del bando per redigere il masterplan” del nuovo maxi-aeroporto. Ma le linee generali sono già note: ci saranno tre nuove piste, un nuovo molo passeggeri. “Soprattutto – denuncia Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio – si prevede la cementificazione di 1.300 ettari: l’8,2% sarà destinato a hotel, centri commerciali e uffici per oltre un milione di metri cubi”.
A chiedere chiarezza è ora il consigliere Pd Enzo Foschi in un’interrogazione alla presidente Polverini: “Non siamo contrari a ampliare Fiumicino. Ma farlo così significa condannare a morte un territorio che ha da sempre nell’agricoltura uno dei suoi pilastri”. L’esponente Pd segnala poi un altro tema: i terreni interessati appartengono all’azienda agricola Maccarese spa, passata nel 1998 dall’Iri alla famiglia Benetton. Gli stessi Benetton che, attraverso Gemina, controllano Aeroporti di Roma. Un ottimo affare per la famiglia veneta: l’area, se espropriata, sarà ripagata dallo Stato a tre volte il valore agricolo medio, prima di essere data in gestione ad Adr. E i soldi per i lavori? Dovrebbero arrivare in buona parte dai cittadini, attraverso l’aumento di 3 euro della tassa aeroportuale che la società di gestione dello scalo rivendica ormai da anni.
Legambiente sul tema ha già presentato due esposti: uno all’Avcp (Autorità di vigilanza sui contratti pubblici) perché, stanti i vincoli paesaggistici che vietano su quei terreni qualsiasi attività diversa da quella agricola, “sfiora il ridicolo” secondo Parlati il bando che chiede a chi redigerà il progetto di farlo “compatibile”. Il secondo per sapere “chi stia effettuando dei carotaggi a Maccarese”, per Legambiente “maldestramente propedeutici” all’ampliamento dello scalo. I residenti della zona sono da tempo sul piede di guerra. Ma ci sono anche diversi piloti e consulenti tecnici nel comitato “Fuoripista”, nato proprio per dire no al nuovo scalo: “Questo intervento è solo speculazione – spiega il responsabile Marco Mattiuzzo – Per migliorare gli standard basterebbe organizzare meglio gli spazi che il Leonardo da Vinci ha già”. Il comitato ha già promosso interrogazioni e richieste di accesso agli atti, ma “finora abbiamo incontrato un muro di gomma. Da due mesi aspettiamo un consiglio comunale ad hoc, e abbiamo lanciato una petizione contro l’inquinamento acustico: forse su questo saremo ascoltati”. Mentre Raffaele Megna, coordinatore del Pd del litorale, si chiede “perché gli aeroporti di altre città europee riescano ad accogliere 70 milioni di passeggeri all’anno con tre piste, quante Fiumicino ne ha già”.
Adr fa notare che il passaggio a 50 milioni di passeggeri, atteso nel 2020, avverrà sugli spazi già esistenti, mentre il raddoppio (per 100 milioni di viaggiatori) è a lunghissimo termine: 2044. L’Enac da parte sua assicura che, una volta varato il “masterplan”, partiranno le procedure per coinvolgere i territori, dalla Valutazione di impatto ambientale alla Conferenza dei servizi. (di CHIARA RIGHETTI, FLAMINIA SAVELLI – La Repubblica 15 luglio 2010).