Lo rende noto il Codacons che ha presentato un ricorso al Tar del Lazio contro la bocciatura dell’alunno. La decisione della III Sezione è attesa per il prossimo 29 settembre. È stato chiesto anche di verificare se le maestre autrici del giudizio abbiano “le dovute capacità per insegnare e giudicare i propri alunni”. “Le leggi in vigore e numerose sentenze in materia prevedono che si possa bocciare un bambino alla scuola primaria solo in casi eccezionali, ossia – spiega l’associazione dei consumatori – quando c’è l’unanimità degli insegnanti e comunque quando le assenze siano state talmente tante da non aver consentito alle maestre di esprimere una qualunque valutazione, vale a dire il noto “non classificato”. In questo caso però il bambino è stato valutato, registrando numerosi 7 nel primo quadrimestre, scesi a 5 e a 4 nel secondo, a causa di problemi di salute di cui la scuola era pienamente informata e che hanno determinato numerose assenze, e le stesse maestre ammettono come lo studente non abbia alcuna carenza intellettiva”. “Nello scrutinio del consiglio di classe – spiega ancora il Codacons – si legge infatti che la mancata ammissione del bambino è dovuta “esclusivamente alla discontinuità scolastica e non ad alcuna carenza intellettiva dell’alunno” e che “il bambino deve acquisire autonomia nel lavoro e deve maturare una migliore organizzazione del lavoro”. Per il Codacons “la motivazione che adducono le maestre è assurda e la bocciatura assume un intollerabile connotato punitivo; tra l’altro la scuola neppure ha comunicato alla famiglia l’intenzione di bocciarlo perchè nel secondo quadrimestre non è riuscita a contattare i genitori. Circostanza che viola anche la regola per cui la bocciatura in seconda elementare deve essere ‘partecipata’ dalla famiglia”.