Nel frattempo il quadro legislativo è profondamente cambiato e tutto lascia supporre che sarà un bando europeo lo strumento attraverso il quale si individuerà la società che dovrà occuparsi dello smaltimento dei rifiuti, e non solo, per i prossimi anni. Il riferimento in materia è senza dubbio l’art. 23 bis della legge 133/2008 che ha introdotto la così detta “riforma dei servizi pubblici locali”. Una legge che, accogliendo i principi comunitari, disciplina l’affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, proprio al fine di favorire la più ampia diffusione dei princìpi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale.In particolare al comma 2 recita: “il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei princìpi del Trattato che istituisce la Comunità europea e dei princìpi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei princìpi di economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento, proporzionalità”. A questo bisogno aggiungere il comma 3: “in deroga alle modalità di affidamento ordinario di cui al comma 2, per situazioni che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato, l’affidamento può avvenire nel rispetto dei princìpi della disciplina comunitaria”.Una buona occasione per la pubblica amministrazione di rivedere complessivamente un servizio che non ha mai entusiasmato nessuno, né cittadini e né amministratori.