Fregene è un paese senza. Senza anima, senza progetto, senza visione del futuro e memoria del passato. Un paese di mare, nato sul mare e per il mare dal quale trae la sua fama, a cui deve la sua storia è un paese senza un lungomare. Incredibile. Forse sarebbe stata la prima cosa da fare, da pensare e a cui dedicare energie, progetto collettivo per erigerlo ad orgoglio di una comunità. Ed invece è una accozzaglia senza senso di stabilimenti bunker, uno accostato all’altro senza soluzione di continuità, chiusi in se stessi senza un progetto comune a formare un muro di vergogna. La somma algebrica di grandi egoismi, speculazioni, prepotenze piccole e grandi, illegalità che portano a zero il valore e la bellezza del nostro lungomare.
Una città piatta nata con la bicicletta e per la bicicletta senza un metro di pista ciclabile. Incredibile, non esiste nemmeno una via dedicata, un percorso protetto, una segnaletica specifica. Nulla. Le bici si ostinano a sopravvivere all’incuria, alla miopia, alla prepotenza di auto e moto a velocità spesso da gran premio su strade bucate come mulattiere. Quanto sarebbe facile creare dei percorsi protetti, delle zone di sosta e scambio bici-auto, degli esperimenti di bike sharing tra punti di interessi prioritari del paese. Invece niente, l’unica cosa che cresce come funghi a Fregene è il cemento e le case. Un città senza piazza. Fregene si articola in strade dritte e perpendicolari senza mai dare l’idea di essere al centro. Non c’è la piazza del paese, la zona pedonale dove rallentare, parlare, incontrarsi. Come in ogni paese che abbia una sua anima e un suo centro vitale dovrebbe esserci una zona riservata alle persone non solo a finalità commerciali ma anche sociali. Dovrebbe essere semplice progettare una piazza di Fregene su viale Castellammare delocalizzando i distributori di benzina e creando una zona pedonale interconnessa alla pineta e magari con un bel viale pedonale verso il mare.
Fregene è un paese senza guida e senza idee. Credo che in occasione delle prossime elezioni oramai alle porte i CITTADINI di Fregene dovrebbero riprendersi con forza e determinazione il loro destino costituendo una forza capace di rappresentare questi loro prioritari interessi in un Comune lontano e distratto come quello di Fiumicino. Un Comune che in questi anni ha usato Fregene come cassa continua per tasse senza dare servizi, soffocandola con una inaccettabile speculazione edilizia e commerciale ( vedi il proliferare di supermercati killer della piccola distribuzione ) e lasciando irrisolti tutti i grandi e piccoli problemi di questo paese. Fregene ha grandi potenzialità di crescita economica legati al turismo di qualità e sostenibile, al benessere, alla cultura, alla natura e allo sport.Serve passione e progetto svincolato e distante da interessi economici di pochi speculatori, faccendieri e mediocri politicanti. Lancio un grido, un appello a tutti quei cittadini che come me non ne possono più di subire inermi questo destino e vedere morire giorno dopo giorno il nostro paese. Svegliamoci e uniamoci prima che sia tardi. Grazie”.

 

Ing. Andrea Guizzi
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