“Il gettito di questa imposta, istituita a decorrere dal 2001, è destinato al completamento dei sistemi di monitoraggio capillare del rumore e disinquinamento acustico, al miglioramento generale della vivibilità dei territori coinvolti dalle attività aeroportuali e all’eventuale indennizzo delle popolazioni residenti nelle aree aeroportuali – sottolineano i membri di FuoriPISTA –  In riferimento alla risposta del Ministro alle Infrastrutture, su specifica interrogazione, il Comitato ha constatato che la legge 21/11/2000  n.342 è antecedente alla legge Costituzionale 18/10/2001 n.3, quest’ultima ha modificato il Titolo V della Costituzione e per il caso in specie, ciò che riguarda la tassa sul rumore, gli artt.117 e 119; la materia contenuta nell’art.90 della legge n.342/200, per effetto della modifica del titolo V della Costituzione è diventata di competenza regionale, infatti gli enti territoriali menzionati nell’art.119 della Costituzione (Comune, Provincia, Regione) hanno autonomia finanziaria di entrate e di spesa. Da ciò deriva la posizione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ritiene inopportuno emanare un decreto ministeriale per regolamentare la materia (art.90 legge n.342/2000). A livello regionale la situazione risulta la seguente: con legge 26 aprile 2006 n.4 (art.45) la Regione Lazio si è determinata sulla materia riguardante le emissioni rumorose degli aeromobili;  l’art 45 demanda l’applicazione della materia alla emanazione di un regolamento;  in attesa del regolamento le compagnie continuano a fare il loro comodo, infatti gli effetti delle eventuali ammende sono differiti a dopo l’entrata in funzione del regolamento”. L’Iresa è una imposta applicabile a carico delle aviolinee che effettuano decolli e atterraggi negli aeroporti civili ubicati in ambito regionale. “A questo punto ci chiediamo cosa aspetta la Regione Lazio per emanare il regolamento in questione ed ottenere così l’applicazione dell’Iresa, istituita nel lontano 2001, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento acustico nelle aree limitrofe agli aeroporti – conclude il Comitato – Da oltre 10 anni le compagnie aeree continuano a fare il loro comodo. Gli effetti delle eventuali ammende sono infatti differiti a dopo l’entrata in vigore del regolamento”.