Un libro lucido e commovente, che toccal’essenza del rapporto fra padre e figlio. Negli ultimi dieci anni Valerio Magrelli ha raccolto appunti su foglietti sparsi. Quando suo padre muore, quei foglietti diventano l’unica testimonianza del loro rapporto, “il bandolo canoro di un’infinita matassa di storie”: il figlio che accompagna l’anziano genitore sul girello; i viaggi in macchina d’estate; le attese di fronte alla radio; il giorno in cui il figlio ormai adulto libera il padre dal bozzolo del maglione tagliandolo con le forbici. Diviso in 83 capitoli (numero che corrisponde agli anni del genitore), il libro scava fra ricordi personali e Storia Patria, mentre la biografia sfuma nella geologia. Procrastinando come Sheherazade il congedo definitivo grazie al racconto, Magrelli, orfano ad honorem, non desiste e si maschera, fugge, si affida alla digressione per scendere ancora piú in profondità e mostrare, oltre alle virtú del padre perduto, anche quei difetti che lo rendevano “un vecchio esacerbato e vulnerabile”. Con il montaggio di elementi eterogenei (pagine di enciclopedia, versi, ricordi, brandelli di giornale), l’autore dà forma a un’opera sui generis che pur tacendo “tutta la verità”, dimostra come il corpo di un padre e quello di un figlio siano in fondo tutt’uno.  Valerio Magrelli (1957) è ordinario di Letteratura francese all’Università di Cassino. Ha diretto per Einaudi la serie trilingue della collana “Scrittori tradotti da scrittori”. Nel 2002 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli ha attribuito il Premio Feltrinelli per la poesia italiana. I suoi ultimi libri pubblicati da Einaudi sono Nel condominio di carne (2003), Disturbi del sistema binario (2006), Addio al calcio (2010) e Il Sessantotto realizzato da Mediaset (2011).

 
Info, Teatro Traiano Fiumicino, Via del Serbatoio, 24 – 00054- Fiumicino Roma
Tel 06.6507097 Fax 06.233206578 – Cell. 333.4987656 – 380.7128767
info@teatrotraiano.itwww.teatrotraiano.it

Negli ultimi dieci anni Valerio Magrelli ha raccolto appunti su foglietti sparsi. Quando suo padre muore, quei foglietti diventano l’unica testimonianza del loro rapporto, “il bandolo canoro di un’infinita matassa di storie”: il figlio che accompagna l’anziano genitore sul girello; i viaggi in macchina d’estate; le attese di fronte alla radio; il giorno in cui il figlio ormai adulto libera il padre dal bozzolo del maglione tagliandolo con le forbici. Diviso in 83 capitoli (numero che corrisponde agli anni del genitore), il libro scava fra ricordi personali e Storia Patria, mentre la biografia sfuma nella geologia. Procrastinando come Sheherazade il congedo definitivo grazie al racconto, Magrelli, orfano ad honorem, non desiste e si maschera, fugge, si affida alla digressione per scendere ancora piú in profondità e mostrare, oltre alle virtú del padre perduto, anche quei difetti che lo rendevano “un vecchio esacerbato e vulnerabile”. Con il montaggio di elementi eterogenei (pagine di enciclopedia, versi, ricordi, brandelli di giornale), l’autore dà forma a un’opera sui generis che pur tacendo “tutta la verità”, dimostra come il corpo di un padre e quello di un figlio siano in fondo tutt’uno. Valerio Magrelli (1957) è ordinario di Letteratura francese all’Università di Cassino. Ha diretto per Einaudi la serie trilingue della collana “Scrittori tradotti da scrittori”. Nel 2002 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli ha attribuito il Premio Feltrinelli per la poesia italiana. I suoi ultimi libri pubblicati da Einaudi sono Nel condominio di carne (2003), Disturbi del sistema binario (2006), Addio al calcio (2010) e Il Sessantotto realizzato da Mediaset (2011).

 

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