Uccisi dai partigiani di Tito solo perché erano italiani: una “pulizia” politica ed etnica in piena regola, mascherata come azione di guerra. In realtà nelle cavità carsiche chiamate foibe vennero gettati ancora vivi, l’uno legato all’altro col fil di ferro, uomini, donne, anziani e bambini che in quel periodo di grande confusione bellica si erano ritrovati in balìa dei partigiani  jugoslavi. Il “Giorno del ricordo” non è solo dedicato alle vittime delle foibe, ma anche alla grande tragedia dei profughi giuliani: 350 mila costretti all’esodo, a lasciare case e ogni bene per fuggire con ogni mezzo in Italia dove furono malamente accolti. In gran parte finirono nei campi profughi e ci rimasero per anni. Per mezzo secolo sulle stragi delle foibe e sull’esodo dei giuliani si è steso un pesante silenzio. Ragioni politiche e la cattiva coscienza avevano portato a nascondere una realtà storica che nessuno poteva negare di fronte ai documenti, alle immagini dei resti straziati recuperati dalle foibe e dalle testimonianze dei pochi sopravvissuti. Dopo anni di  battaglie e denunce storiche da parte della destra Italiana con l’M.S.I. in testa, nel 1996 è stato un politico di sinistra, Luciano Violante, all’epoca presidente della Camera a infrangere il muro del silenzio e a invitare a una rilettura storica degli avvenimenti. Appello ripreso sul fronte opposto dal leader della destra Gianfranco Fini e poi dal presidente della Repubblica Ciampi.
Perché il 10 febbraio? È una data simbolica che si riferisce al 1947 quando entrò in vigore il trattato di pace con cui le province di Pola, Fiume, Zara, parte delle zone di Gorizia e di Trieste, passarono alla Jugoslavia. Le stragi avvennero all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943 quando si scatenò l’offensiva dei partigiani comunisti . Nel mezzo furono colpiti indiscriminatamente tutti gli italiani. Ma il massacro più vasto fu messo in atto a guerra finita, nel maggio del 1945, per costringere gli italiani a fuggire dalle province istriane, dalmate e della Venezia Giulia. Giovedì 10 Febbraio 2011 alle 11.00 i rappresentanti dell’amministrazione comunale di Fiumicino deporranno ai piedi del monumento dei caduti di ogni guerra  di piazza G.B. Grassi una corona di fiori in memoria dei martiri delle Foibe, e personalmente ritengo questo omaggio, fortemente voluto, un atto  dovuto che deve simboleggiare l’unità d’Italia contro tutte le barbarie.(William De Vecchis, Consigliere Comunale della PDL)