"Chiedo – spiegava Falini – non di tentare assurdi ed improponibili trasferimenti delle piante, con tronchi di due metri di diametro e con chiome ed apparati radicali di decine e decine di metri, bensì di spostare le costruzioni e di proteggere e valorizzare queste specificità e queste antichissime testimonianze agronomiche, che vantano certamente diversi secoli di vita e di storia che – sono certo – potranno accompagnare per molti altri secoli le generazione che ci succederanno”. Il Ministero, attraverso il suo Direttore Generale, Dott. Aldo Cosentino, condivide “le valutazioni indicate circa l’alto valore biologico delle essenze considerate che ci risulta debbano essere spostate per il cantiere edilizio” e chiede a riguardo la consulenza del Corpo Forestale dello Stato “essendo piante nate spontaneamente e quindi non costituenti verde pubblico ma patrimonio comune, opportunamente sistemate potranno costituire un elemento qualificante dei luoghi e oltremodo per i residenti una salubre ombreggiatura alla calura estiva…”