L’associazione Natura 2000 organizza per domenica 1 marzo un’interessante visita al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Gli Etruschi, questo popolo misterioso che ha lasciato tante tracce nel nostro territorio, hanno origini molto controverse. Per lo storico Erodoto sarebbero venuti dall’Asia Minore, per Tito Livio dal centro Europa, per Dionigi di Alicarnasso sarebbero proprio italici. Per gli studiosi contemporanei potrebbero coesistere insieme le tre tesi. Infatti alla formazione della civiltà etrusca hanno indubbiamente contribuito elementi autoctoni, elementi orientali e greci, per via dei contatti di scambio commerciale via mare intrattenuti con gli altri popoli del Mediterraneo. L’antica Etruria si estendeva a nord del Tevere e comprendeva l’alto Lazio e la Toscana anche se i primi albori della civiltà etrusca si ritrovano presso Bologna e la pianura padana. La loro civiltà era molto avanzata per quei tempi (dal VII al III secolo a.C.) e si differenziò molto dalla civiltà greca e romana. Esempio più lampante è la rilevanza sociale della donna etrusca. Essa manteneva il suo cognome anche da sposata, partecipava ai banchetti, era titolare di beni immobili di cui poteva disporre liberamente e poteva essere anche titolare di attività economiche. Gli Etruschi erano anche un popolo di navigatori e quindi la costa del Lazio era costellata di piccoli porti commerciali. Così abbiamo testimonianza di Altium (Ladispoli), Pyrgi (S. Severa) e persino di Fregenae, porto all’interno del fiume Arrone (che prima era navigabile per un lungo tratto) avamposto sul mare della città di Veio. Riguardo l’organizzazione politica degli Etruschi, essa era costituita da tante città-stato autonome ma fu proprio questa mancanza di unità la causa della loro decadenza. Infatti il declino degli Etruschi iniziò nel 396 a.C. quando Veio fu conquistata dai Romani e via via caddero anche le altre città. I Romani subentrarono agli Etruschi assimilandone civiltà e arte.
L’associazione “Natura 2000”, dopo aver fatto molte visite nei luoghi prettamente etruschi come, Cerveteri, Veio e Vulci, organizza per Domenica 1 Marzo 2015 una visita all’importante Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma. In questo modo sarà possibile avere un quadro d’insieme della civiltà etrusca attraverso i preziosi reperti che vi sono esposti.
Il Museo ha sede nella splendida villa rinascimentale di Papa Giulio III, costruita tra il 1550 e il 1555, alla cui realizzazione parteciparono architetti di fama come Giorgio Vasari, Jacopo Barozzi da Vignola e Bartolomeo Ammannati.
Si tratta di una classica villa suburbana usata come residenza di campagna, al di là del Tevere, dove il Papa arrivava in barca e dove amava passare un giorno di riposo alla settimana. Sede museale dal 1889, è oggi uno dei più rappresentativi musei dell’arte etrusca. Ospita reperti provenienti in particolare dall’Etruria meridionale, ossia dal territorio corrispondente all’Alto Lazio, tra il Tevere e il Mare Tirreno, luogo estremamente ricco di testimonianze di varie epoche e di varie civiltà (etrusca, greca, fenicia, falisca), essendo un punto di incontro naturale, crocevia di traffico lungo le principali rotte di comunicazione del Mediterraneo centrale. Il tesoro più importante del Museo è il Sarcofago degli Sposi, monumento funerario di terracotta ritrovato a Cerae (Cerveteri) che rappresenta una coppia di sposi a grandezza quasi naturale adagiata su un triclinio nell’atto di versarsi del profumo sulle mani. Non da meno sono le Lamine d’oro di Pyrgi, un testo etrusco-fenicio-punico che ha permesso di decifrare la scrittura etrusca, l’Apollo di Veio, famoso per il suo sorriso enigmatico, l’Olpe Chigi, ceramica greca policroma realizzata a Corinto intorno al 640 a.C. trovata in una tomba presso Veio. Invece il Cratere di Eufronio, capolavoro dell’arte attica del V secolo a C. trovato a Cerae (Cerveteri) e dopo molte vicissitudini conservato nel Museo è attualmente in giro per l’Italia. Molto importante anche la Collezione Castellani con ceramiche, bronzi e oreficerie che comprendono splendidi gioielli antichi e raffinate creazioni ottocentesche opera degli stessi Castellani, orafi tra i più noti a Roma nella seconda metà del XIX secolo. La visita, che si svolgerà nella mattinata e durerà circa 2 ore, è stata organizzata appositamente per l’1 marzo, prima domenica del mese che permettere di usufruire dell’ingresso gratuito al Museo). Contributo: adulti € 5,00 – Soci gratuito
Per informazioni e prenotazioni (entro giovedì 26 febbraio) cell. 339/6595890 – natura2000@libero.it