Sino ad oggi, nel campo della ricerca, se nessun rimedio sembra ancora in grado di debellare definitivamente la presenza del coleottero, l’unica arma realmente efficace si è dimostrata la prevenzione che ha permesso la ripresa vegetativa di molte delle piante trattate, comunque un numero decisamente inferiore rispetto a quelle perdute. E dopo la strage delle palme del genere Phoenix, ora il punteruolo rosso ha allargato i suoi appetiti e nuove specie sono ora a rischio. A lanciare l’allarme è ancora una volta Enzo Paglialunga, dei vivai F.lli Paglialunga, che segnala una palma della specie Washingtonia con evidenti segni dell’attacco. “Anche in questo caso, non essendoci un rimedio certo, la strada da percorrere è quella della prevenzione e nel caso di contagio, della cura immediata – spiega Enzo –  I progressi in questo campo sono incoraggianti, ma la capacità di adattamento dimostrato dal punteruolo rosso rende ancora più insidioso il pericolo”.

Altro elemento da tener presente, quando si parla del punteruolo rosso e della sua diffusione, è il mancato rispetto delle regole per il corretto smaltimento degli alberi essiccati. Pericolo che si fa sempre più incombente ora che, superata l’estate e con la ripresa del periodo più favorevole agli abbattimenti, lo scarico illegale diventa una regola più che un’eccezione nel territorio. Così, con la complicità di chi, per risparmiare sui costi, si affida a “giardinieri” pronti a liberarsi del carico appena se ne presenta l’occasione in ogni angolo si accumulano resti di palme, con un duplice danno. Ambientale perché l’abbandono in luogo aperto favorisce la propagazione dell’infezione, economico in quanto la spesa per la rimozione finisce per gravare su l’intera collettività. Più volte, su questo tema, si è sollecitato da più parti un maggiore controllo delle forze dell’ordine e l’impiego sul campo degli rilevatori ambientali, anche se va tenuto conto della difficoltà oggettiva nel cogliere sul fatto gli autori vista l’ampiezza del territorio. Eppure non mancano esempi di impegno nella lotta al contrasto del fenomeno, come dimostra la denuncia fatta circa un mese fa proprio da un tecnico dell’area ambiente che ha segnalato alle autorità competenti la targa di un veicolo dal quale venivano scaricati dei pezzi di tronco di palma. Ad oggi, però, non si è avuta notizia di provvedimenti nei confronti dell’autore del gesto, mentre gli scarichi illegali continuano.