Oltre mille fascicoli a carico di ogni sostituto mentre la pianta organica, otto magistrati, rischia di diminuire drasticamente per il trasferimento di tre unità deciso per gennaio. A lanciare un drammatico Sos è lo stesso procuratore Gianfranco Amendola, in un documento inviato al capo di gabinetto del ministero della Giustizia, al procuratore generale della Corte di Appello di Roma, al vicepresidente del Csm, in cui si chiede un’ispezione urgente e straordinaria da parte dello stesso ministero per accertare quanto denunciato.
«Ancora più drammatica – scrive il procuratore – è la situazione del personale amministrativo. La pianta organica prevede 41 unità amministrative ma, in realtà, per far funzionare l’ufficio adeguatamente rispetto al carico attuale sarebbe necessario un aumento fino a 57 unità. Attualmente, però, in servizio ci sono appena 32 unità su 41, nove persone in meno».
A parlare sono i dati: limitandosi ai fascicoli «noti» la Procura della cittadina portuale è passata dai 3751 casi del 1999 agli oltre 10mila del 2008. Un quadro a dir poco disarmante che si traduce con il black-out, o quasi, di tutti gli uffici giudiziari. «In caso di assenze per ferie, gravidanza o malattie si rischia la paralisi – continua il procuratore -. A questo si aggiunga che il taglio dei fondi e dei mezzi ha costretto l’ufficio, per esempio, a concentrare le stampe di documenti sulle poche macchine con il toner, a utilizzare fogli di carta già usati, a servirsi di auto private per i vari adempimenti».
Ad aggravare la situazione il trasferimento appena disposto dal Consiglio superiore della magistratura di tre sostituti da Civitavecchia a Roma. Non solo. «Il 22 dicembre scorso il ministero della Giustizia non ha rinnovato l’incarico al dirigente amministrativo destinandolo allo stesso ministero con decorrenza 2 gennaio 2010 – sottolinea ancora Amendola -. Nei primi mesi dell’anno, poi, andranno in pensione l’unico funzionario di primo livello e due autisti. Appare, quindi, evidente che a breve questa Procura, priva di magistrati e di personale, non potrà più adempiere ad alcuni dei suoi compiti essenziali, garantendo a stento solo le urgenze».
Le conseguenze temute dal procuratore ricadrebbero sull’intero territorio di competenza tra cui, oltre al larga parte del litorale laziale, l’aeroporto di Fiumicino, il porto e la centrale Enel. «Farò il possibile per evitare la paralisi – conclude Amendola – ma dovranno essere chiusi alcuni uffici». L’alternativa? La sospensione di tutti i trasferimenti fino a nuove assunzioni, l’invio di un dirigente amministrativo e la copertura della pianta organica prevista, fino ad adesso, solo sulla carta". (di Stefano Vladovich, IlGiornale)