Sono cresciute le case e soprattutto il traffico, che nel fine settimana d’estate la rendono quasi impraticabile. Allora, invece, era una strada molto tranquilla e proprio qui Flaiano amava passare molto tempo in compagnia della moglie Rosetta e dell’inseparabile e sfortunata figlia Luisa, detta Lelè. Per fortuna, nonostante qualche inevitabile cambiamento, l’aspetto della abitazione non è cambiata molto da allora.  “Trascorreva le estati al Villaggio, dice l’attuale proprietario – in particolare era di casa da Mastino, gli piaceva anche dare una mano quando si pescava. La sua era una delle quattro casette di via Iesolo, come venivano chiamate al tempo al Villaggio”. L’attuale casa, che conserva ancora buona parte del tetto originale, al tempo era divisa in due piccole unità abitative, una formata da due stanze, una adattata a studiolo, un bagno e una piccola cucina con una veranda davanti. Più una stanza distaccata, una “dependance”, nel retro dove viveva l’assistente che non lasciava mai sola Lelè. “Fu mia madre, Giuliana Mastino, a sapere dell’intenzione della moglie Rosetta di voler vendere la casa – ricorda il proprietario – probabilmente per pagare le cure molto costose per la figlia (che morirà nel 1992, seguita nel 2003 dalla madre ndr). Era il 1986, la casa era in stato di abbandono ma lei si propose lo stesso nonostante che l’acquisto comportasse un grande sacrificio per la nostra famiglia, ma purtroppo non ebbe il tempo di godersela perché ci è venuta a mancare improvvisamente nell’88”. Certo fa una certa impressione immaginare che proprio in quelle semplici stanze siano nate sceneggiature di film considerati capolavori del cinema mondiale, che attraverso quel cancello siano passati attori come Mastroianni e chissà quanti altri grandi personaggi del cinema. “I miei genitori mi hanno detto che Flaiano, nonostante il carattere molto riservato, era allo stesso tempo un uomo che amava molto la compagnia e anche a casa riceveva i suoi ospiti fino a tardi, ma certo nulla al confronto di quanto succede adesso”, concludono i proprietari. Ovvero, nel fine settimana, schiamazzi fino all’alba, bottiglie di birra e plastica disseminate dappertutto, cartacce e così via. Ma questa è storia di oggi, tutta un’altra storia…