Il disagio avvertito nell’essere esclusi da un’ iniziativa ormai condivisa da tutti i paesi civili, lo abbiamo superato. Anche noi apparteniamo alla società urbana. L’avvio è stato complicato: evidente la difficoltà di dare giusto collocamento ai bastoncini cotonati o alle confezioni dei supermercati: vaschetta nella plastica, involucro esterno nel residuo secco, etichetta nella carta. Troppo tempo impegna l’operazione di smantellamento degli oggetti nonostante la legenda pretenda di facilitare il procedimento. Tutte le sante mattine occupati nella lettura della guida, nelle autopsie alimentari, con le mani piene di rifiuti sperando di rintracciare subito la casella giusta. Il quiz mette a dura prova e quando perdiamo la pazienza a fronte dei 20 centimetri di polistirolo che dovrebbe finire nelle apposite discariche, prendiamo la risoluzione di depositare zitti zitti l’esiguo residuo nei vecchi, comodi, capienti bidoni, complici da sempre delle nostre trasgressioni. Ora non più. Addio agli “omertosi verdoni”, siamo obbligati a diventare consapevoli e responsabili cittadini. Si sa: fatta la legge trovato l’inganno. I contenitori di facile differenziazione Vetro Plastica Carta collocati  recentemente sui marciapiedi , derisi e snobbati fino ad ora , sono stati riabilitati a funzione di “ombra” di sacchetti di immondizie indifferenziate. Il messaggio è chiaro: pensateci voi. Chi? Indolenza, maleducazione… cui si aggiungerà all’apertura della stagione balneare la caccia selvaggia del bidone fuori dei cancelli delle nostre abitazioni dove parcheggiare lo scomodo fardello. Insomma che è sta porcheria? Perchè nessuno vigila? Perché dobbiamo chiudere un occhio di fronte alla servitù straniera dei villeggianti che se beccati in flagrante si scusa dicendo di non avere la stessa lingua? Neanche lo stesso naso? Tremo al pensiero che Fregene sia ancora una volta colpita dai furbetti del quartiere e sopraffatta dall’ignoranza (Delfina Ducci).