Solo l’autopsia potrà chiarire come è morto Andrea Mannocci.
Trentadue anni, figlio di Claudio, Andrea conosceva come pochi il mare, esperto surfista e assistente bagnanti, rimane difficile pensare ad un incidente.
Veniamo ai fatti: giovedì sera al Glauco, lo stabilimento dove fa il bagnino, c’è una festa. Andrea partecipa, è lì con altri amici, nessun segnale anomalo. L’ultimo messaggio alle 24.00 sarebbe per la ragazza, “Buonanotte”, avrebbe scritto con un sms.
Ma invece di andare a letto prende le chiavi del magazzino, entra, raccoglie i remi e gli scalmi, torna a riva e sale sul pattino. La festa è al ristorante e nessuno in spiaggia si accorge di niente.
Al mattino al Glauco quando arriva l’altro bagnino, Maurizio, si accorge che manca un pattino. Andrea non arriva, non risponde al telefono e al parcheggio c’è la sua Vespa. Viene dato l’allarme all’Ufficio Locale Marittimo di Fregene dove il comandante, Virginio De Signoribus, fa partire subito le ricerche. Anche perché nel frattempo un pescatore ha visto il pattino alla deriva al largo di Passoscuro. Mente gli amici e gli assistenti bagnanti lo cercano a riva, si alza un elicottero della Guardia Costiera che avvista un corpo che galleggia sul mare ad un miglio e mezzo dalla costa davanti alla Capannina di Maccarese. Arriva la Motovedetta e il corpo viene portato a bordo e trasportato a Fiumicino nel Porto canale. È il padre Claudio, insieme al fratello Gianclaudio, a riconoscere il cadavere.
Domani mattina all’Ospedale S. Andrea ci sarà l’autopsia che dovrebbe chiarire le cause della morte. Il fatto che il corpo galleggiasse farebbe escludere l’annegamento, più probabile un malore anche se Andrea sembrava godere di ottima salute.
Un dramma avvolto dal mistero che una volta chiarito non restituirà ai suoi cari e alla vita questo povero ragazzo. Alla famiglia le condoglianze della redazione di QFregene.