Oggi in Italia, per nostra fortuna, siamo in periodo di pace eppure ancora esistono le terre di nessuno e se non ci credete ne potete visitare una, senza rischiare la vita, tra il canale delle acque basse a Fregene e la prima barriera di scogli a mare a Focene. Una striscia di spiaggia di circa un chilometro abbandonata da Dio e dagli uomini dove non troverete mine antiuomo ma solo tonnellate di sporcizia di tutti i generi. Il primato spetta alla plastica in tutte le sue forme e dimensioni segue il vetro ma non mancano scarpe vecchie cassette di legno per la frutta e se siete fortunati che il mare non se li è portati via potreste trovare anche sedie, divani, frigoriferi, in definitive quanto basta per arredare un appartamento. Ma l’abbandono è ancora più grave quando si pensi che molti coraggiosi, sprezzanti dei pericoli con al seguito mogli, figli, cane, si avventurano sulla spiaggia (sic). E qui siamo all’interrogativo: come si fa a lasciare incustodito un chilometro di spiaggia senza l’indispensabile sorveglianza a terra? Se è vero i bagnini di salvataggio degli stabilimenti contigui hanno salvato alcune persone in difficoltà (ma l’anno scorso ci è scappato il morto) la distanza è tale che questi volenterosi o non si accorgono di nulla o devono percorrere centinaia e centinaia di metri di corsa per raggiungere le persone in difficoltà con il serio rischio di non arrivare in tempo. Amici del Comune è necessario pulire la spiaggia ed inventarsi qualche cosa per la sorveglianza affinché da terra di nessuno divenga terra di tutti. (Enrico Rossi)