Gli impianti di sollevamento per l’irrigazione e la difesa del suolo sparsi nelle campagne. Devastandoli e mettendone diversi fuori uso, tanto che ora l’ente non sarà in grado di fornire acqua entro il 1° aprile a tutta una serie di coltivatori. Un danno enorme per gli impianti, patrimonio pubblico, e per l’agricoltura con una serie di colture, mais in primis, che rischiano il collasso. Una escalation iniziata nella prima settimana di febbraio a “Ponte Galeria”, uno degli impianti principali che pompa acqua fino a Santa Severa. Alla ricerca dei fili elettrici di rame la banda di professionisti, che si muove alla perfezione tra alta e bassa tensione, smonta i cavi, ne brucia il rivestimento e porta via il metallo. Pochi giorni dopo tocca a “Monti dell’Ara”, un impianto dove un custode disturba i ladri che portano via solo una parte del bottino. Terzo colpo ancora a “Ponte Galeria” dove erano rimasti solo i cavi dell’alta tensione. A metà febbraio visita alle idrovore “Nuovi Monti Sallustri” a Maccarese in via del Campo Salino, completamente devastate, con tutte le centraline distrutte. “Sembrava che nei locali fosse scoppiata una bomba”, commenta amareggiata l’ingegner Deborah  Pesa, responsabile degli impianti. L’ultimo colpo domenica scorsa ancora a Maccarese: a “La Botte” in via dei Collettori. Dove i vigilantes, assunti dal Consorzio, mettono in fuga i ladri e recuperano i cavi smontati. Ora si contano i danni e il conto è salatissimo : “stimiamo che servirà un milione di euro per rimetterli in sesto – spiega Germano Scarabello, vice presidente del Consorzio – ma a rischio in un momento già così difficile ci sono le colture primaverili ed estive, granturco e ortaggi. L’impianto Monti Sallusti resterà a lungo fuori gioco, gli altri proveremo a riattivarli, sempre ladri permettendo”.