Lecci, ma anche arbusti, macchia mediterranea, rampicanti, tutto bruciato in pochi giorni. Il Corpo Forestale dello Stato, per le indagini avviate dalla Procura di Civitavecchia, il 30 giugno del 2008 aveva sequestrato l’intero lotto. Nel marzo del 2009 l’inchiesta si era chiusa senza ipotesi di reato e così il terreno è stato dissequestrato. Un un’area centralissima di Fregene, proprio sul viale principale, di proprietà privata e a destinazione non residenziale ma dove possono essere realizzati negozi, ristoranti, bar, laboratori artigianali, uffici. Originariamente esisteva un progetto che prevedeva un albergo di 40-50 camere ma poi ci sono stati diversi passaggi di mano e non si sa quali sono ora gli obiettivi. Naturalmente qualunque previsione edificatoria è incompatibile con la presenza del bosco e della macchia mediterranea. Quindi morte le piante e chiusa l’inchiesta sarà via libera al cemento? Sembra che la questione non sia così semplice, la moria resta sospetta e il Corpo Forestale dello Stato continua a tenere d’occhio il lotto. L’Area Ambiente del Comune ha dato chiare prescrizioni che non sembrano compatibili con imponenti cubature: 1) non si possono estirpare le ceppaglie che potrebbero ricacciare; 2) stoccaggio sull’area di 50 nuovi lecci su massello di plastica con garanzia di sopravvivenza del 100%; 3) piante innaffiate settimanalmente; 4) esemplari ripiantumati ad 1,5 metri da quelli morti preesistenti. Intanto per motivi di sicurezza verrà autorizzato il taglio del pino secco sul lato della Caserma dei Carabinieri, è pericolante e potrebbe cedere all’improvviso.Come finirà la storia? Tutto è possibile in questo nostro bel paese…